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G I O V E D ì |
Si parte con Liberty Heights, una deliziosa commedia adolescenziale, un ennesimo "come eravamo" made in USA, ma rivitalizzato da una finezza psicologica mai banale, da una insinuante denuncia civile (l'anima intollerante degli States!), e da una colonna sonora travolgente, da Sinatra a James Brown. Ancora America con Mumford (di Lawrence Kasdan!) e ancora nostalgia, ma non quella del déjà vu temporale, bensì quella dell'utopia di un paese puro nel cuore e nelle intenzioni, "indagabile" per titoli professionali non adeguati, ma assolvibile nel profondo, grazie ad un "uso improprio" di quella psicanalisi che è diventata il passepartout esistenziale di una società carica di contraddizioni. Uno dei pezzi forti di questo programma è poi il dittico-riflessione sulla stato dell'arte della science fiction (2001: quale presente per la fantascienza?). Nell'anno del mitico Odissea nello spazio, l'umanità non viaggia certo in business-class verso la Luna, cullata dalle note di Strauss, ma non ha preso consistenza neppure l'incubo delle tecnologie informatiche. È piuttosto il monito di Huxley (Il mondo nuovo) a serpeggiare, tra clonazioni annunciate e frontiere della bioetica infrante, mentre i capisaldi cinematografici di questo fine millennio restano la saga retroattiva di Star Wars e la mai doma angoscia seriale di Alien. E proprio tra le spire della genetica e la tensione dell'horror spaziale si collocano un invisibile "storico" (1997) come Gattaca, opera prima di Andrew Niccol (sceneggiatore di Truman Show) e il nuovissimo (ma non meno reietto dal circuito padovano) Pitch Black. La
parentesi della
festa della
donna prevede il doveroso recupero di
La
mappa del mondo: non solo un prova memorabile
di Sigourney Weaver, ma anche una fotografia "piatta" e impietosa
dell'isolamento esistenziale in una delle tante, piccole comunità
della provincia yankee, chiuse alla solidarietà e "disponibili"
al sospetto e all'ostracismo. Gli fa seguito una mini-personale "di coda" dedicata agli ultimi 3 FILM DI Amos Gitai . Giusto in questi mesi l'attenzione è puntata sulla nuova opera del regista israeliano, Eden: la nostra proposta è l'occasione per accostarsi ad un autore personalissimo, rigoroso e coerente, capace di "nascondere" il proprio stile dietro la quotidianità di una crisi di mezza età (Giorno per giorno), di trasmettere emozioni forti con un'opera di integralismo religioso (Kadosh), di dividere l'opinione pubblica con l'apparente taglio documentaristico di un film lancinante come Kippur. In
chiusura un altro titolo vergognosamente passato sotto silenzio in città:
Hamlet
2000
non è un prodotto realizzato per inerzia, un ulteriore shakespeare-film
per seguire la moda che ha premiato sul mercato Luhrmann (Romeo
& Juliet) e Madden (Shakespeare
in Love), ma una sapiente rivisitazione attualizzata e costruita
con rispetto assoluto del testo originario.
Speriamo che
il nostro entusiasmo per questo nuovo ciclo si concretizzi in una confortante
risposta di presenze in sala. Lo spirito del circolo the
Last Tycoon è
soprattutto questo, "godersi" insieme non solo le primizie domenicali
d'essai, ma, almeno una volta alla settimana, qualche film "doc"
da scoprire, una rinfrancante esperienza di
cinema
invisibile! e.l. presentazione programma TORRESINO febbraio-aprile 2001 |
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