Gattaca - La porta dell'universo |
da Film Tv (Aldo Fittante)
Buona annata per la fantascienza che, alle soglie del nuovo millennio, cerca di reinventarsi un immaginario bruciatosi via via dall'orwelliano 1984 a 1997 - Fuga da New York. Che sia in atto una nuova fase, poi, lo dimostrano le curiose assonanze e i percorsi incrociati delle pellicole che girano nello spazio dei grandi schermi: il quarto capitolo di Alien parla di clonazione? Ecco Gattaca che approfondisce; Starship Troopers schiera ironicamente giovani ariani come modelli di una razza tanto pura quanto inquietante? Ecco, ancora, Gattaca che ci sorprende e stordisce, presentando un futuro cadenzato da spedizioni verso mondi lontanissimi a cui solo figli della genetica perfetta possono partecipare. L'affascinante film di Niccol, infatti, gioca sulle differenze tra "validi" e "in-validi", con Ethan Hawke che sogna lidi astrali impossibili ed emancipazioni sociali raggiungibili solo attraverso frodi "fiscali" e mutazioni psicofisiche. L'algida e hitchcokiana Uma Thurman scopre l'inghippo ma decide di amare ugualmente il ragazzo (anche perché sul set galeotto scoppiò realmente la passione). Accompagnata dalle musiche ideali di Michael Nyman e da frasi "rubate" al romanticismo di Blade Runner: "Dicono che ogni atomo dei nostro corpo sia una stella" declama fuori campo la voce del protagonista finalmente in viaggio. Che conclude: "Forse sto partendo, forse sto tornando a casa". Brividi.
Eccola
qui, la vecchia fantascienza: che una volta esorcizzava la paura dei comunisti
e oggi si cimenta con il timore più diffuso che esista, quello della scienza
senza il «fanta» davanti. Più ne sappiamo, nel campo delle tecnologie, e meno
ci sembra di saperne: tanto più,,se si parla di ingegneria genetica, delle possibili
mutazioni operate dalla scienza sul nostro essere più profondo. Gattaca
è un luogo o, per meglio dire, un modo di essere in cui tutti nascono con il
destino già scritto: i cromosomi dei futuri umani vengono manipolati perché
il sesso, l'aspetto, la durata della vita e soprattutto le capacità, siano quelle
desiderate dai genitori. I pochi che sono sfuggiti al controllo, e sono nati
come succedeva «una volta», sono chiamati i «Non Validi», e considerati dei
paria. (...) Gattaca è costruito come un thriller metafisico sulle suggestioni
della clonazione (gli uomini come tante Dolly): pur ambientato in un futuro
dove si vola nello spazio, è un film chiuso, claustrofobico giocato su fobie
quotidiane come l'ossessione per la pulizia (Vincent non deve mai lasciare in
giro nemmeno un capello, pena l'essere scoperto) e la paura della morte per
annegamento. Andrew Niccol, neozelandese da anni attivo a Londra nel campo della
pubblicità, l'ha scritto e diretto pensando forse a certi classici «minori»
della fantascienza anni '50, da Invasione
degli ultracorpi a Nel 2000 guerra o
pace.
cinema invisibile - Torresino febbraio-aprile 2001 |