L' hanno ribattezzato
"il nuovo Dustin Hoffman": a parte qualche centimetro di altezza in più
e di naso in meno, il paragone non è incongruo. Come Hoffman, il 31enne attore
americano sa intrecciare metodo e improvvisazione, disciplina ed estro. E
cerebrale, allusivo, allarmante, non ha bisogno di farsi subito amare per i
personaggi che interpreta, ma chi l'ha visto nel recente
Tentazioni
d'amore (il suo primo film da regista)
non ha potuto che apprezzare il suo talento mimetico nei panni del prete
impegnato a rivaleggiare per amore con l'amico d'infanzia rabbino. Finalmente un
ruolo in commedia, arieggiante il vecchio Scandalo a
Filadelfìa di Cukor, per uno come lui che nell'orrore nascosto,
sepolto magari dietro la normalità piccolo-borghese di uno
yuppie in crisi, ci sguazza niente male; sin dai tempi di
Schegge
di paura, solo quattro anni fa, dove si
divertiva a raggirare l'avvocato difensore Richard Gere facendogli credere di
avere massacrato a coltellate un alto prelato del Kentucky durante una crisi da
sdoppiamento di personalità. Un ruolo di quelli che oscurano il carisma dei
divi in cartellone, e infatti nei panni di Aaron Luke Stampler si beccò la
prima delle sue due nomination all'Oscar. Sia o no "the finest actor of his
generarion", come ha scritto un critico americano facendo molto arrabbiare
Christian Slater, Norton è indiscutibilmente un talento tra i più interessanti
in circolazione oggi a Hollywood. Un mix, appunto, di Hoffman, De Niro e Pacino,
o se volete la versione anni Novanta di Marlon Brando. Paragoni impegnativi, ai
quali il giovanotto si sottrae, anche se nel nuovo The Score s'è ritrovato a
recitare proprio accanto a due dei suoi modelli. Sarà gustoso vederlo alle
prese con un furto d'alta classe in stile
Il
genio della rapina: lui, giovane e scattante
ladro in combutta col re dello scasso De Niro e il mercante d'arte Brando,
impegnato a sfilare dalla dogana di Montreal un capolavoro d'antiquariato
francese che vale miliardi. E poi incarnerà addirittura Nelson Rockefeller in
Frida,
chiudere un 2000 all'insegna di ritmi quasi stakahovisti di lavoro.Di sicuro
l'uomo ama le sfide professionali. E stato angelico chierichetto assassino nel
già citato Schegge
di paura (1996), giovane Holden
ballerino in
Tutti
dicono I love you
(1996), avvocato del
magnate pornografo in
Larry
Flynt (1996), baro smandrappato in
Il
giocatore - Rounders
(1998), naziskin
feroce fino alla
repulsione, ma capace di
redimersi in
American
History X (1998), ora prete innamorato
e ladro professionista, domani chissà. Una carriera niente male per questo
figlio dell'alta borghesia del Maryland (suo nonno, James Rouse, fu il famoso
architetto al quale si deve l'invenzione dello shopping mali), madre insegnante,
padre pubblico ministero sotto l'amministrazione Carter,
che la laurea in storia a Yàle sembrava avviare verso tutt'altro futuro. E
invece, incerto tra la storia, la passione per
l'astronomia e l'amore per il Giappone (parla correttamente la lingua), alla
fine è stato il sacro fuoco della recitazione a rapirlo. La leggenda vuole che
fu un monologo shakespeariano di lan McKellen ascoltato da ragazzo a confondere
i suoi progetti, ma solo nel '95, dopo qualche prova a teatro, arriva a sorpresa
l'audizione col regista Gregory Hoblit per Schegge di paura. Ricordate?
Sorriso obliquo, sguardo liquido,
voce mutante, incarnava
il trionfo del Doppio, con una punta di
virtuosistica presunzione, come se l'attore non ancora sbocciato fosse già
in grado di controllare i propri mezzi espressivi.
Più di un Brad Pitt, di un Matt Damon, di un Ewan McGregor, e di un Johnny Depp,
"vittime" a volte di una sensualità che ne oscura il talento, Norton
è attore allo stato puro: camaleontico e ispirato, capace di palestrarsi fino a
diventare una feroce macchina da guerra (American
History X), ma anche di addolcire i
suoi lineamenti fino a sciogliersi nel sentimento amoroso (Tutti
dicono I love you). Come De Niro ha
adottato la strategia del silenzio attorno alla propria vita sentimentale.
"Più cose si sanno di un attore fuori dallo scherno, meno è incredibile
quando vi torna dentro", ha spiegato a un'intervistatrice che cercava di
stanarlo sui suoi flirt (da Drew Barrymore a Courtney Love, da Cameron Diaz a
Salma Hayek, non si contano i "love affair" accreditati dalla stampa
internazionale). Non si tira indietro, invece, Norton quando c'è da prendere
posizione. Nel recente passato ha polemizzato con la Hollywood Foreign Press
(l'associazione che assegna i Golden Globes) dandole della "mafiosa",
ha rifiutato l'immagine del dark-cinico o del cool-ironico che ormai sente
addosso come una camicia di forza, ha ironizzato sulla doppia nomination
all'Oscar nella categoria "miglior attore non protagonista" ("Con
tutto il dovuto rispetto verso l'Academy, se il giorno dopo chiedi alla gente
chi ha vinto quel premio nessuno se lo ricorda,..") e soprattutto ha
continuato a strapazzare una certa generazione anni Sessanta in svéndita
ideologica ("Non sopporto gli hippies che invecchiano male e riciclano
tutto in un kit dell'Ikea"). Un tipo così, l'avrete capito, è
tutt'altro che innocuo. E chissà che Hollywood, prima o dopo, non gliela faccia
pagare...
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