Giorno per giorno
(Yum-Yum) |
da Film Tv (Fabrizio Liberti)
Dal 1993, anno in cui ha interrotto
il proprio esilio, Amos Gitai si è dedicato con passione a un progetto: raccontare
la società israeliana di oggi attraverso un trittico di cui Giorno per giorno
è il secondo episodio. Dopo Devarim ambientato
a Tel Aviv (1995) e prima di Kadosh (Cannes
'99), Giorno per giorno, presentato a Venezia lo scorso anno, è lontano
mille miglia dall'estetica del "cinema dell'esilio" di Gitai, il quale
tenta qui di mescolare una narrazione da family-film tipicamente americana con
un taglio europeo. Attraverso lo sguardo del quarantenne Moshe, Gitai dipinge un impietoso spaccato di vita di Haifa,
sua città natale. Figlio di un arabo israeliano e di un'ebrea, l'ipocondriaco
Moshe vive dalla nascita un tragicomico senso di non appartenenza: il padre
lo chiama Moussa, la madre Moshe e qualcun altro Mosh. L'uomo conduce una vita
ondivaga tra una moglie, la splendida amante Grisha che divide, a sua insaputa,
col suo migliore amico Jule e il lavoro di panettiere. Attorno a lui è d'obbligo
ignorare una situazione politica difficile, in cui la pacifica convivenza tra
arabi e israeliani è ancora una chimera.
cinema invisibile - Torresino febbraio-aprile 2001