Hamlet 2000 |
da La Stampa (Alessandra Levatesi)
Non è solo moda questo Hamlet 2000, ennesimo Shakespeare in ambientazione bizzarra tra tutti quelli che sono venuti dopo Romeo + Juliet con Leonardo Di Caprio. Inaspettatamente ci troviamo di fronte un adattamento insieme rispettoso e originale. L’americano Michael Almereyda si è visto tutti gli Amleti reperibili fra i 43 finora filmati: ha preso idee dal classico di Laurence Olivier e dalla registrazione dell’allestimento teatrale di Ingmar Bergman, ma la stella polare dell’operazione è stata il Macbeth geniale e poveristico di Orson Welles girato in 21 giorni. Lo spunto di collocare un Amleto contemporaneo erede riottoso di un impero industriale viene da un film tedesco del ‘60, Il resto è silenzio di Helmut Kautner, ambientato fra i potenti della Ruhr. Qui siamo a New York e la Denmark è una multimedia corporation intorno alla quale si svolge la lotta per il potere. Ciò che differenzia l’operazione di Almereyda rispetto alle banali attualizzazioni che imperversano anche sui nostri palcoscenici è il rispetto assoluto del testo: niente cambiamenti, solo gli indispensabili tagli perché la tragedia integrale dura oltre 4 ore. Amleto è un aspirante filmaker, sicché il dramma che inscena per mettere in crisi lo zio assassino diventa un video; e invece Ofelia fa la fotografa e quando impazzisce non sparge fiori ma polaroid. Il regista rivela una bella fantasia nel trovare gli equivalenti ultra moderni delle situazioni testuali: così l’ "essere o non essere" viene recitato in mezzo ad un negozio Blockbuster, ovvero tra le immagini congelate delle videocassette. A tratti l’ingegnosità delle soluzioni rischia di risultare fine a sé stessa, ma in cambio i bravissimi interpreti privilegiano la semplicità: questo è uno Shakespeare recitato secondo la tradizione americana, senza enfasi…
da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)
... Lo spettacolo, notturno e tenebroso, sospeso nel tempo, è di quelli che catturano anche per la sceltissima compagnia. Non solo Ethan Hakwe, perfettamente sintonizzato, ma anche la Regina un po' in penombra di Diane Venora, il Polonio, ex interprete di Ghostbuster , Bill Murray, l'usurpatore, Kyle MacLachlan, ex Twin Peaks, e Julia Stiles, l'innamorata, mentre Sam Shepard si allarga come Spettro e Padre. Tutti meravigliosamente espressivi, misurati, parlano al nostro orecchio e poi scendono giù fino al proscenio del cuore.
cinema invisibile cinema Torresino febbraio-aprile 2001