ottobre 2014

periodico di cinema, cultura e altro... ©

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Reg.1757 (PD 20/08/01)

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    Cui prodest? La domanda alitava, non troppo sottintesa, durante la premiazione della 71a Mostra. Quale futuro commerciale in sala per i film premiati ( A Pigeon Sat On A Branch Reflecting On Existence - Leone d'oro / Belye Nochi Pochtalona Alekseya Rtyapitsyna  - Leone d'argento per la regia / The Look of Silence - Gran Premio della Giuria), titoli tanto meritevoli quanto ostici per il grande pubblico? Poche esitazioni sul fatto che i lavori di  Andersson (strabilianti quadri viventi di algido sarcasmo nordico) e Oppenheimer (documentario indonesiano di agghiacciante dietrologia) fossero l’unico vero sbocco per il giudizio della giuria in una panorama non troppo esaltante, ma significativi sono apparsi il dubbi esternati dagli addetti ai lavori. Il problema conseguente si sposta allora su quale sia la giusta anima di un Festival come Venezia, su quali prodotti e quali menzioni ci si possa  aspettare  da una Mostra d’arte cinematografica. Premi che facciano da traino al successo in sala o riconoscimenti ad opere d’autore che rinnovino il linguaggio cinematografico, ravvivino le dinamiche culturali cinematografiche e rimangano nello sguardo e nella memoria.  Ma forse le domande sono, ancora, altre. Con quel criteri vengono distillate le sezioni del Festival? Perché l’anno scorso Locke e quest’anno She's Funny That Way (il divertimento sgargiante è un handicap per la scelta?) finiscono fuori concorso? Che tipo di “piacere” c'è da aspettarsi dal cinema? Le risposte (forse) alla prossima edizione.

e.l.      .