Perez
Edoardo De Angelis - Italia 2014 - 1h 34'

fuori concorso - VENEZIA 71



    Perez, opera seconda di Edoardo De Angelis, dopo Mozzarella Stories, è un polar-noir tutto metropolitano di chiara matrice italiana, interpretato dal nostro ottimo Zingaretti che l’ha anche voluto produrre, tanto ha creduto nel progetto fin dall’inizio. Perez, il protagonista, è un avvocato d'ufficio a Napoli; la sua ignavia gli ha impedito di divenire un grande leguleio, la paura e la viltà l'han fregato, non solo nel lavoro, ma pure nei sentimenti: la moglie l'ha abbandonato ed il rapporto con la figlia che vive con lui è, per certi versi, pure di 'vassallaggio'. D'altro canto la sua mediocritas, non certo aurea, l’ha sempre messo al riparo dall’infelicità. Quando il pericolo si insinua in casa sua, lo tocca nell'ormai unico affetto davvero caro, la figlia, si rende conto che è ora di dare una svolta alla propria esistenza, fino ad allora calma e piatta. E lo farà, stravolgendo la propria vita e quella di altre persone, araba fenice che, finalmente, si riscatta e risorge da ceneri – il concetto è più letterale di quanto si pensi, ben emerge vedendo il film – che lo condurranno alla rinascita, ad una concezione ed a una presa di coscienza del sé mai sperimentate, nuove per la sua indole e la sua vita fino ad allora.
Interessante la principale location del film – il Centro Direzionale di Napoli – cittadella moderna fatta di vuoto e di vetro, dall’architettura post-metafisica ed avanguardistica rimasta un bel sogno a metà, semidisabitata ed abbandonata a se stessa ed ai pochi che vi risiedono – specchio e sfondo per il protagonista allo stato iniziale.
Il soggetto, già di interesse americano – si parla di riproporlo negli States – porta alla memoria  Cane di paglia di di Sam Peckinpah (1971, con uno strepitoso Dustin Hoffman): forse, maliziosamente, si potrebbe dire che almeno gli yankees hanno buona memoria del loro cinema.

Maria Cristina Nascosi Sandri- ottobre 2014 - pubblicato su MCmagazine 36