Nato nel 1878 e morto il giorno di Natale del
1956, Walser è figura unica all’interno del panorama letterario
europeo. I personaggi che vanno a delinearsi nei suoi testi sono
perlopiù dei perdigiorno (il protagonista tratteggiato da Eichendorff
in Vita di un perdigiorno vede in Walser l’erede più autentico,
rispetto a questa visione filosofica e romantica della vita). L’opera
di Walser si fonda su di una narrazione disgiuntiva, sconnessa,
destrutturata. Essa diviene poetica del frammento, di un’osservazione
itinerante accompagnata da lunghe passeggiate, dell’esperienza di
luoghi ed eventi come ricerca di un significato ulteriore, vicino alle
contingenze della vita quotidiana, e pur ad esse più lontano che mai.
Nei suoi testi sono frequenti digressioni, rimandi, pause: come afferma
Catherine Sauvat, “demolisce i punti di appoggio che sembra
stabilire, ritorna su acquisizioni apparentemente definitive per poi
contraddirsi di nuovo”.
La contemporaneità propria di tale scrittura è stata lo stimolo per
comporre una mostra nella quale diversi lavori di artisti nazionali ed
internazionali le hanno fatto da rimando. L’intento del progetto è
stato di dar vita ad un percorso che – delicatamente – svelasse,
accennasse e indagasse una poetica fatta di ironia, solitudine,
lentezza, scomparsa. Così linguaggi espressivi somiglianti – quello
narrativo walseriano e quello dei lavori video, audio ed installativi
della mostra – si sono mescolati rimandando l’uno agli altri, con il
tentativo di contribuire all’indagine di un autore che ha dato avvio
alla letteratura del minore, del minuscolo, del frammentario, colui
che, passeggiando, preferiva “respirare nelle regioni inferiori”. Colui
che, negli ultimi anni della sua vita, sostiene di “sentire le voci” e
persegue nella ricerca della scomparsa dal mondo.
Perché indagare su (e con) Robert Walser vuol dire andare alla ricerca
in punta di piedi di tracce poco evidenti, di camminare con la sua
scrittura di sparizioni, di percorrere lentamente direzioni poco
marcate. Le opere in mostra hanno tentato, con linguaggio narrativo
affine, di infilarsi tra le pieghe di questo percorso, di inciampare
con lui tra immagini, visioni, sonorità...
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