ottobre 2014

periodico di cinema, cultura e altro... ©

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Reg.1757 (PD 20/08/01)

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Ha visto i colori divini del Lago di Costanza?

Nato nel 1878 e morto il giorno di Natale del 1956, Walser è figura unica all’interno del panorama letterario europeo. I personaggi che vanno a delinearsi nei suoi testi sono perlopiù dei perdigiorno (il protagonista tratteggiato da Eichendorff in Vita di un perdigiorno vede in Walser l’erede più autentico, rispetto a questa visione filosofica e romantica della vita). L’opera di Walser si fonda su di una narrazione disgiuntiva, sconnessa, destrutturata. Essa diviene poetica del frammento, di un’osservazione itinerante accompagnata da lunghe passeggiate, dell’esperienza di luoghi ed eventi come ricerca di un significato ulteriore, vicino alle contingenze della vita quotidiana, e pur ad esse più lontano che mai. Nei suoi testi sono frequenti digressioni, rimandi, pause: come afferma Catherine Sauvat, “demolisce i punti di appoggio che sembra stabilire, ritorna su acquisizioni apparentemente definitive per poi contraddirsi di nuovo”.
La contemporaneità propria di tale scrittura è stata lo stimolo per comporre una mostra nella quale diversi lavori di artisti nazionali ed internazionali le hanno fatto da rimando. L’intento del progetto è stato di dar vita ad un percorso che – delicatamente – svelasse, accennasse e indagasse una poetica fatta di ironia, solitudine, lentezza, scomparsa. Così linguaggi espressivi somiglianti – quello narrativo walseriano e quello dei lavori video, audio ed installativi della mostra – si sono mescolati rimandando l’uno agli altri, con il tentativo di contribuire all’indagine di un autore che ha dato avvio alla letteratura del minore, del minuscolo, del frammentario, colui che, passeggiando, preferiva “respirare nelle regioni inferiori”. Colui che, negli ultimi anni della sua vita, sostiene di “sentire le voci” e persegue nella ricerca della scomparsa dal mondo.
Perché indagare su (e con) Robert Walser vuol dire andare alla ricerca in punta di piedi di tracce poco evidenti, di camminare con la sua scrittura di sparizioni, di percorrere lentamente direzioni poco marcate. Le opere in mostra hanno tentato, con linguaggio narrativo affine, di infilarsi tra le pieghe di questo percorso, di inciampare con lui tra immagini, visioni, sonorità...

Le opere degli artisti coinvolti (lavori audio, video, film, installazioni, foto e piccole sculture) erano tutte in un certo qual modo tangenti il percorso letterario walseriano. Alcuni dei lavori facevano inoltre riferimento al cinema, citando e stravolgendo (come l’arte contemporanea usa fare) delle tracce cinematografiche: ad esempio Kensuke Koike, in The Elephant Man, riprende un brano del film di David Lynch, inserendo in esso alcune risate registrate e destrutturando in maniera quasi farsesca la grande tragedia che avviene nel film. Thorsten Kirchhoff invece mescola frammenti di Monsieur Hulot di Jacques Tati a pezzi di video glam rock degli anni Settanta. Il cinema è ripreso anche in due lavori audio grazie a Mario Airò, che estrae la voce di Fanny Ardant da La signora della porta accanto di Truffaut mentre racconta di canzonette d’amore e della loro verità nel descrivere questo sentimento, e in un'altra opera estrapola le risate della protagonista de Il fiore delle mille e una notte di Pasolini e le compone assieme, una di seguito all’altra.

c.b.

Diego Perrone : Come suggestionati da quello che dietro di loro rimane fermo - 2000
5 stampe fotografiche su alluminio - 158 x 105 cm - collezione privata.

Roman Signer : Schuss - 2000
tubo di ferro, 4 casse - diametro 400 cm - collezione privata

John Armleder : Neon, motor - 1990
neon a motore - 23x123x26 cm - collezione privata

Massimo Bartolini - Walser Machine - 2001
gazebo in acciaio inox, legno, plastica, pianta rampicante, vasca con onda conica
210x300x200 cm - collezione privata

Diego Perrone : La stanza dei cento re che ridono - 1999
97 stampe lambda - dimensioni ambientali - collezione privata

Vedovamazzei : Nest 1 - 2001
modellino materiali vari - 25x100x20 cm - collezione privata

Per avvicinare il pubblico all’opera dell’autore e rendere più esplicita la relazione che lega Walser all’arte contemporanea, durante il pomeriggio del 26 settembre è stata realizzata una piccola tavola rotonda, curata da Cristina Menegolli, che ha proposto un confronto di opinioni tra chi, in ambiti diversi - che spaziano dalla letteratura all'arte, agli ambienti accademici - si è avvicinato all'opera di Walser.
Sono intervenuti: Eugenio Baroncelli, Rocco Lorusso (libreria Simon Tanner, Roma), Beppe Sebaste. Massimo Bartolini.