La
mutazione urbana non è solo una trasformazione intrinseca della metropoli,
ma un complesso evolversi di relazioni individuo-ambiente che disegna
giorno dopo giorno, spazio dopo spazio nuovi territori dell’essere,
del vivere sociale e della globalizzazione. Le contraddizioni di una
città “invivibile” si coagulano attorno a dinamiche di speculazioni
(Le mani
sulla città)
e violenza (The
Warriors),
ma si disgregano di fronte alle prospettive aggreganti di una realtà
etnosolidale (Travaux
– Lavori in casa)
mentre il flusso degli itinerari esistenziali (privati e pubblici)
trova respiro nella riqualificazione degli insediamenti (Le
notti della luna piena),
pulsa di nuova vitalità nella migrazione accentratrice dalle periferie
(Le
biciclette di Pechino),
scommette su una società futuribile che si affidi al miracolo (laico)
di un’integrazione salvifica (I
figli degli uomini).
La proposta cinefila di VIDEOPOLIS
delinea da sempre un orizzonte prospettico che ha saputo nel tempo
cogliere la sfida dell’incubo fantascientifico (Dark
City)
e della minaccia criminale (Distretto
13 – Le brigate della morte),
dar voce alle armonie (Lisbon
Story)
e alle disarmonie (Marathon)
dei suoni urbani, varcare la soglia oscura del
noir
(da
Ombre e nebbia
a
Il terzo uomo).
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