Babel |
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Premio per la REGIA |
miglior colonna sonora (GUSTAVO SANTAOLALLA) |
da L'Unità (Alberto Crespi) |
Un
magnifico affresco sulla globalizzazione sceneggiato come sempre da
Guillermo Arriaga, il grande romanziere che per Inarritu ha scritto
anche i precedenti
Amores perros
e
21 Grams (nonché il notevolissimo
Le tre sepolture, opera prima di Tommy Lee Jones). Le opere di Arriaga si riconoscono facilmente: non
sono mai narrate in modo lineare. In
21 grammi l'andirivieni nel tempo
era un autentico rompicapo (e lo stesso Inarritu l'ha definito un
«gioco sperimentale»). In
Babel la non-linearità della narrazione è
funzionale, perché le tre storie narrate si incrociano solo nel
finale. In Marocco due fratellini pastori giocano con il Winchester di
precisione che il loro padre ha acquistato da un amico: senza volerlo,
sparano a un pullman di turisti e feriscono una donna americana, dando
il via a una crisi internazionale. A San Diego, California, i due
bimbi della donna (in vacanza con il marito) sono affidati alla tata
messicana, che li porta con sé a Tijuana per il matrimonio di suo
figlio: al rientro negli Usa c'è un equivoco alla frontiera, la loro
auto viene inseguita, donna e bimbi si perdono nel deserto. In
Giappone, l'uomo che tempo prima regalò il Winchester al marocchino ha
una figlia sordomuta assetata d'amore, con la quale ha problemi di
comunicazione anche perché la madre si è suicidata. I legami fra le
tre storie emergono lentamente; i tagli di montaggio sono sapienti e
tutti gli attori, famosi e non, sono bravissimi (tra i primi spiccano
Brad Pitt e Cate Blanchett, la coppia americana in Marocco). Inarritu
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cinema
invisibile
TORRESINO
ottobre-dicembre 2006
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TORRESINO dicembre
2006