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Palazzo Zabarella - Padova, ancora una volta, è collocata una
pregevole esposizione il cui lavoro di preparazione è durato ben
5 anni. (era stata in parte preceduta da quella tenutasi a
Ferrara nel 2007 al Palazzo dei Diamanti: tema sempre
il
Simbolismo, ma con altro taglio, diversamente rigoroso). Questa
patavina Il simbolismo in Italia, è una silloge artistico-corale
che fa riferimento a splendide opere create tra Otto e
Novecento, anni di vera ed unica eccellenza in cui l’inconscio
irrompe nell’arte e nulla sarà più come prima: il momento degli
ultimi veri –ismi culturali a tutto tondo, dei grandi circoli
intellettuali, come quello di Vienna, in Austria (dove Freud ha
aperto la grande stagione della psicanalis)i ed il Bloomsbury di
Londra, vere fucine di genialità, tra economia, letteratura,
musica, oltreché (su tutt), proprio l’Arte, quella con la A
maiuscola che, pareva, allora, tutto comprendere, summa di Muse
Geminae del Tempo, fuori dal tempo, da esso rese eterne.
Organizzato in sezioni tematiche, il percorso della Mostra si
dipana dagli anni Ottanta dell’Ottocento fino alla vigilia della
Prima Guerra Mondiale. Presenti artisti come il grafico
poliedrico futurista poi surreale Alberto Martini di Oderzo di
Treviso, illustratore di E. Allan Poe, Giovanni Segantini con
Le due madri ed i ferraresi Giuseppe Mentessi (suo è
Gloria, proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna
di Roma) e Gaetano Previati, allora al massimo del suo fulgore,
partecipe alla Biennale di Venezia, 'anime' simboliste, ma anche
divisioniste.
E poi Pellizza da Volpedo e Morbelli, chiaro
esempio di come l'Arte Italiana arrivò al suo apice ed
all’altezza delle altre avanguardie europee proprio entrando
nella temperie simbolista.
Ma non mancano confronti extra-moenia come i capolavori posti in
chiusura di mostra tra cui la Giuditta II – Salomè, di
Gustav Klimt ed Il Peccato di Franz von Stuck.
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