Ci
sono voluti oltre quarant’anni e oltre 40 film perché
Allen rivelasse a
se stesso (e al pubblico) che l’essenza del (suo) cinema è l’incanto
del fantasticare, il mettere su pellicola (e su schermo) l’intarsio
prezioso di mai sopite riflessioni esistenziali e di appassiona(n)ti
miti culturali. Con
Midnight in Paris Woody va oltre l’affresco
introspettivo e metropolita di
Manhattan
e oltre il gioco
metalinguistico de
La rosa purpurea del Cairo, immergendo il suo
protagonista (Gil, Owen Wilson) in una Parigi di struggente fascino,
oasi vintage per ogni pulsione sentimentale e artistica. L’apertura
del film già annichilisce lo sguardo in una sequenza di soave e
rasserenante carineria fotografica (Darius Khondji), ma non è una
citta-cartolina quella di
Midnight in Paris, piuttosto un angolo di
paradiso in cui sbiadisce la retorica del reale e si materializzano i
sogni.
Non sfigura nel confronto il dramma “presidenziale” diretto da Clooney
Le idi di marzo, in cui il bel George impersona un governatore
impegnato nelle elezioni della convention democratica. Accanto a lui
il giovane pressagent Ryan Gosling (vero protagonista, ambizioso e
tormentato), lo spin-doctor Philip Seymour Hoffmann e il suo
antagonista repubblicano Paul Giamatti.
Giusto un accenno per
The Artist, originale reinvenzione di un film
muto in bianco e nero che riesuma la comunicazione del cinema fine
anni ‘20 con tanto di recitazione manierata e cartelli-didascalia. La
trama corre sul binario parallelo di una carriera maschile in declino
(George Valentin, divo “senza parole”) e del successo di Peppy Milller,
attrice rivelazione del sonoro; e sul loro amore ineluttabile che
appianerà ogni cosa. |
ezio leoni - La Difesa del Popolo - 25 dicembre 2011 |
promo |
Gil Pender arriva a Parigi, con la fidanzata e i futuri suoceri, per una vacanza lontana dalla routine degli script cinematografici hollywoodiani, in cerca della definitiva ispirazione per il suo primo sospirato romanzo. Una notte a Montmartre, mentre scocca la mezzanotte, un’auto d’epoca gli dà un passaggio e di colpo Gil si trova catapultato in un mondo altro, gli anni 20 dei suoi miti: Fitzgerald, Hemingway, Cole Porter, Picasso... Straordinaria l’atmosfera del milieu culturale che Allen riesce con leggerezza a ricreare. La sua è una Parigi di struggente fascino, oasi vintage per ogni pulsione sentimentale e artistica, un angolo di paradiso in cui sbiadisce la retorica del reale e si materializzano i sogni. Il cinema come incanto assoluto del fantasticare. |
Hollywood, 1927. George Valentin è una star del cinema muto che si trova ad affrontare il proprio declino artistico a causa dell'avvento del sonoro. Al contrario, Peppy Miller, una giovane comparsa, sta per diventare una diva. La fama, l'orgoglio e i soldi metteranno a dura prova la loro storia d'amore... Un film in bianco e nero e completamente muto: la scommessa non poteva essere più rischiosa eppure Michel Hazanavicius l'ha vinta a mani basse, raccogliendo l'applauso caloroso della stampa,l'entusiasmo del pubblico e ben 5 oscar! |
Stephen Myers, un giovane e idealista addetto stampa che sta collaborando alla campagna elettorale di Mike Morris, candidato democratico alle elezioni presidenziali americane, verrà a contatto con la dura realtà di una politica fatta di trucchi, inganni e pugnalate alle spalle... Clooney usa la politica come thriller morale e, a fronte di un impeccabile costrutto cinematografico, costruisce un film classico, solido e appassionato, supportato da uno straordinario cast (oltre a Cloney stesso Gosling, Seymour Hoffman, Giamatti e Evan Rachel Wood e Marisa Tomei). |
cineforum ANTONIANUM/The Last Tycoon 2012-2013 |
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OMAGGIO A WOODY |
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SORPRESE FRANCESI |
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GEORGE CLOONEY |
LUX - gennaio 2012 |
TORRESINO - febbraio 2012 |