In amore niente regole (Leatherheads)
George Clooney - USA 2008 - 1h 44'

    Sapevamo che George Clooneyfilm successivo in archivio si sente un po' il Clark Gable, un po' il Cary Grant dei giorni nostri; così come sapevamo che gli piacciono le storie (Good Night and Good Luck) ambientate nel passato americano. Con In amore niente regole (Leatherheads), è riuscito a realizzare una sintesi delle due cose, dirigendo e interpretando un film che è un atto d'amore dichiarato alle commedie romantiche hollywoodiane della Golden Age e alle relative star: da Gable e Grant, appunto, a Katharine Hepburn, Miriam Hopkins, Spencer Tracy.
Siamo nel 1925, all'epoca pionieristica del football americano, e George, che si chiama Dodge Connolly, è il capitano di una squadra di "teste di cuoio", i Duluth Bulldogs. Niente miliardi, sponsor o stadi gremiti di gente, allora: economie all'osso, invece, e botte da orbi in partite senza regole giocate sotto gli occhi di pochi tifosi (o di una mucca, come si vede in una delle prime, esilaranti scene).
Dodge però, che è un tipo d'iniziativa, vuole promuovere lo sport del suo cuore; così persuade un agente a reclutare per la scalcagnata squadra la star nascente del football Carter "The Bullet" Rutheford, circondato dall'aura di eroe della prima guerra mondiale (come il famoso sergente York, avrebbe catturato da solo un reparto di soldati tedeschi: altra scena spassosa).
Sulle tracce del nuovo acquisto, entra in partita anche Lexie Littleton (Renée Zellweger), giornalista ricalcata sui modelli cinematografici degli anni '40: piglio protofemminista, determinazione, scarsa dose di scrupoli. L'intento della reporter, che si mette al seguito della squadra, è smascherare Carter e il suo presunto eroismo bellico. S'innesca, a questo punto, uno schema di gioco tipico del cinema cui Clooney rende omaggio: la commedia di guerra-dei-sessi, che ebbe per campioni registi come Howard Hawks e George Cukor.
Mentre sboccia, inevitabile, l'amore, i due litigano come la coppia Tracy-Hepburn (Lui e lei); senza contare che il nuovo acquisto, infatuato della giornalista, interviene a vivacizzare il match. George gioca bene con il repertorio d'epoca, tra risse omeriche, retate della polizia (sono i tempi del proibizionismo e i giocatori bevono forte), ritmi e colori esumati dal cinema del tempo che fu. Cura in modo particolare il suo personaggio, prendendosi in giro (gli avversari lo chiamano "nonnetto") come ama fare di solito, ma ancora di più, e aggiudicandosi il favore dello spettatore con un "carattere" di simpatico fanfarone, sleale in campo e refrattario alle regole (gustosissimo lo stratagemma finale nel campo da gioco infangato). Meno bene la Zellweger, adepta abituale del birignao cinematografico che, invitata a nozze dalla parte, s'abbandona peggio del solito al suo repertorio di vezzi e mossette.
Resta da vedere quanto un film di questo tipo, tutto giocato su memorie cinefile e consapevolmente démodé, sappia "arrivare" al pubblico del 2008. In America si è piazzato al secondo posto nella classifica degli incassi; malgrado il carisma di George, da noi la partita sembra aperta.

Roberto Nepoti – La Repubblica

    Intervallando l'impegno di Good Night and Good Luck, George Clooney ricrea con intelligenza, finezza e competenza quella commedia sofisticata e romantica ma a volte socialmente molto evidenziata (La Cava e Preston Sturges ampiamente citato con Evviva il nostro eroe!) della Hollywood anni '30. Nel ruolo di un maldestro giocatore di football americano over 40, il bel Clooney tenta di scritturare un giovane campione che si dichiara, mentendo, eroe di guerra, finché si mette tra i piedi la solita giornalista scoop da new deal ed evoca un triangolo sentimentale. Sceneggiatura sportiva di ferro, ma si fa per dire perché è dolce come pasta di mandorle e piace al gentil sesso: è film di ricalco animato da un gusto particolarmente felice. Ai tempi di Hawks il cast sarebbe stato: Gary Cooper, Barbara Stanwyck al posto della smorfiosetta a fin di bene Zellweger e Joel Mc Crea, la «testina» di cuoio.


Maurizio Porro – Il Corriere della Sera

 

promo

Dodge Connolly, eroe sportivo affascinante e sicuro di sé, per risollevare le sorti della sua squadra, convince una star del football dei tempi del college a unirsi al suo gruppo. I due uomini però si innamoreranno della stessa donna.
Tra i punti di forza la ricostruzione scenografica degli ambienti, la verve interpretativa di Clooney e della Zellweger, lo sguardo smaliziato sul football, visto ancora come fatto tecnico e sportivo prima che affare commerciale. Nonché il perfetto meccanismo visivo e narrativo orchestrato da Clooney dentro una fotografia seppiata e nostalgica.


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