I
"Top 11" visti in laguna
I nostri titolari per la
miglior squadra veneziana.
Così ridevano
di Gianni Amelio
Non siamo certo al livello di Il
ladro di bambini (e
in fondo neppure di Lamerica) ma il corpo narrativo del nuovo film di
Amelio, così frammentato ed ermetico, ha pur sempre una
sua toccante umanità. Da vedere con traduttore
simultaneo (dal siciliano) a fianco.
Black Cat, White Cat di Emir Kusturika
Anche qui siamo lontani dalla forza allegorica di Arizona
Dream e Underground, ma il gioco cinematografico di
Kusturika è gitano fino in fondo: colorato e frenetico,
divertito e sguaiato. Istinti bassi e regia alta.
Bure
baruta di Goran
Paskaljevic
La "polveriera" (politica ed umana) dell'ex-jugoslavia
visualizzata in un puzzle di drammi individuali che si
confrontano, si intersecano, si amalgamano in un
crescendo di tensione. Il vero capolavoro della Mostra.
Conte d'automne di Eric Rohmer
L'ultimo, atteso racconto delle stagioni. Il solito,
delizioso Rohmer: spontaneo e delicato, solare e
logorroico. Vive la vie, vive la comedie.
The Opposite of Sex di Don Roos
Una scoppiettante commedia made in USA. Smaliziata ed
esistenzialista, incasinata tra sentimenti e sessualità,
gelosie e incomprensioni. Dialoghi elettrizzanti, risate
a raffica. Vietato ai puritani.
The Truman Show di Peter Weir
Genio e regolatezza. La regia di Weir dirige con perfetto
sincronismo questa straordinaria parabola massmediale.
Cosa sarà dell'umanità se le togliamo il suo programma
preferito?
Rounders
di John Dahl
Il poker come gioco d'azzardo, filosofia di vita, calcolo
contabile. Prova di regia e di recitazione d'alta scuola.
Matt Damon sperava in una Coppa Volpi?
Saving Private Ryan di Steven Spielberg
Dopo anni di Vietnam, il cinema americano riscopre la
Seconda Guerra Mondiale. Venti minuti di reportage di
guerra da shock, una missione emblematica tra eroismi e
contraddizioni. Un grande Spielberg tra violenza bellica
e monito civile.
Bulworth
di Warren Beatty
Può un senatore americano dare di matto e condurre la
sua campagna elettorale a ritmo (e abbigliamento) rap?
Certo, se soggetto, interpretazione e regia sono di quel
"comunista" di Beatty. Political scorrect.
Orphans
di Peter Mullan
In una notte di tempesta a Glasgow una veglia funebre tra
angoscia e sberleffo. Black-humor scozzese per l'opera
prima più originale e spiazzante della Mostra.
Del perduto amore di Michele Placido
L'impegno civile di Placido esalta ancora una volta (dopo
Un eroe borghese) la sua dimensione d'autore. Una donna
emancipata e sola nell'Italia (del Sud) anni '50. Una
memoria storica che ridà cuore e sentimento a un
comunismo di dimenticata idealità. Quasi commovente.
e.l.
Il Mattino di Padova
14/9/1998
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