La polveriera (Bure baruta)
Goran Paskaljevic - Serbia 1998 - 1h 40'

Premio FIPRESCI - Venezia 1998

     "Un film non è uno sport, non dobbiamo solo correre e prendere delle medaglie" Goran Paskaljevic film successivo in archivio taglia corto quando gli si chiede della sua esclusione dal concorso. "Per me era importante uscire davanti ad un pubblico. I selezionatori della mostra hanno potuto vedere il film solo a luglio, in videocassetta, ancora senza le musiche. La copia definitiva è uscita solo cinque giorni fa". Meglio evitare ogni polemica legata alle chiacchiere sui contrasti con l'altro regista della ex-Jugoslavia, Kusturica ("ha un film in concorso, non voglio discuterne") e scavare nel tessuto di un'opera che dà finalmente lustro alla sezione Prospettive, entusiasmando pubblico e critica.
Bure baruta è costruito come un lancinante puzzle metropolitano vissuto nell'arco di una notte, in una Belgrado degradata e violenta. Un taxi percorre la città: l'autista assilla il cliente sulle tensioni del vivere dopo la guerra, ma già la macchina da presa si è incollata ad un giovane automobilista che lo sorpassa a tutta velocità, si distrae importunando una ragazza, va a sbattere contro un'altra auto. Sul luogo dello scontro arriva la polizia mentre i due autisti stanno litigando: il giovane si barrica in macchina, l'altro spezza il parabrezza, il ragazzo fugge... Bure baruta si disintegra di continuo in singoli episodi diversi, ma riesce sempre a ricomporsi in un racconto organico i cui protagonisti si incrociano, si confrontano, si uccidono. Non c'è una vicenda predominante, ma un'angoscia incombente che pervade ogni personaggio, situazione, inquadratura.
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Bure baruta vuole rappresentare il momento difficile che sta attraversando il mio popolo. Ultimamente sono stati girati tanti film che sono incentrati sulla Bosnia. E' diventata quasi una moda. Volevo realizzare qualcosa di diverso, che parlasse dello stato d'animo dei miei connazionali, che descrivesse la grande tensione quotidiana che ci accompagna. Come dice uno dei miei personaggi siamo una polveriera pronta ad esplodere". L'esplosione figurativa arriva nel finale, perché, accidentalmente, va a fuoco un parcheggio-auto, ma la vicenda si è già incendiata, con crudezza, più volte: quando il tassista incontra un uomo mutilato da un pestaggio e gli confida di essere il suo aguzzino (una vendetta per una precedente violenza subita), quando l'autista di un autobus dà una mortale randellata al giovane teppista che aveva sequestrato l'automezzo e molestato i passeggeri, quando un pugile ammazza il suo migliore amico, sfogando il rancore per tanti sgarri subiti e taciuti in una vita insieme.
Le vicende sono tutte collegate tra loro, in un legame tragico e ineluttabile. "Il mio ritratto di Belgrado è certamente crudo. La violenza è possibile ovunque dove sia presente la tensione, ma in nessun luogo la tensione è così alta". Bure baruta si delinea, esplicitamente, come una metafora. E splendida. Il pugile in fuga incontra in treno una giovane e le salta addosso. Lei fruga nella borsa che contiene le cose del suo ragazzo, morto in guerra, ed estrae una bomba a mano. Lui gliela stappa di mano e la innesca mentre la stringe a sé. Il vagone esplode. Vendetta e violenza, colpa ed espiazione. Tutto ruota attorno a questi concetti forti che delineano l'identità di un paese distrutto anche nell'anima ("non sono colpevole" è la frase di rito). Angoscia e rancore, ma anche rimpianto e ironia: ritroviamo Mané, il cliente del taxi, che prova a riconquistare la donna amata. Lei ormai ha un altro, ma lui la invita in riva alla Drava e mentre un'intera orchestra su un battello suona per lei, lui sprofonda melodrammaticamente nel fiume. Lei lo piange disperata, lui riemerge soddisfatto, ma il nuovo compagno lo affonda definitivamente con una colpo di badile. "La notte è caduta sul mio paese, che è una specie di tunnel senza fine" stigmatizza Paskaljevic "Come dice uno dei miei personaggi: non c'è più luce in questo paese, solo quella dei ceri delle chiese".

ezio leoni - Il Mattino di Padova - 9 settembre 1998