Così ridevano
Gianni Amelio - Italia 1998 - 2h 4'

Venezia 1998

  

    Aveva bisogno proprio di un Leone d'oro il film di Gianni Amelio, per passare il guado dalla snobistica vetrina del Lido all'impietosa arena delle sale pubbliche. Le polemiche di "protezionismo nazionalista" hanno solo dato un po' più di nerbo ad un verdetto controverso (poco importa se Scola abbia forzato una giuria divisa: nessun capolavoro assoluto era presente a questa mostra, tanto da far gridare al "furto") che vogliamo leggere non come una promozione per il cinema italiano, ma come il tributo al nostro cineasta più intenso e coerente (Colpire al cuore, Il ladro di bambini, Lamerica).
Certo non è il suo film più riuscito, ma l'irrisolutezza artistica di
Così ridevano si estrinseca in forme e modi quasi sincronici nel sofferto e ambiguo rapporto che si instaura tra due fratelli siciliani trapiantati nella Torino a cavallo degli anni '50 e '60. Giovanni (Enrico Lo Verso) arriva in città con la sua valigia di cartone e il cesto del cibo per trovare lavoro e poter mantenere Pietro (Francesco Giuffrida) che nella capitale piemontese studia da maestro. Ma già in questo primo quadro filmico, Arrivi (Amelio scandisce la sua opera attraverso cinque giornate clou, dal 58 al '64), si fanno strada contraddizioni esemplari di una realtà drammaticamente impastata di fulgide speranze e abbruttenti miserie.
Alla stazione Pietro non va incontro a Giovanni. Preferisce far da guida ad un altro emigrato, con famiglia al seguito, sperduto in un nord mitizzato e sconosciuto ("il duomo di Milano" esclama di fronte alla Mole). L'abbraccio fraterno comporta forse un po' di vergogna per una condizione sociale ormai divaricata (in linguaggio, vestiario, atteggiamenti) e le responsabilità d'impegno disattese (Pietro non è lo studente modello che Giovanni idealizza), ma nell'arco del film personalità e aspettative avranno modo di evolversi e riconfigurarsi con inesorabile, intensa amarezza. Pietro scoprirà il sottobosco di un'esistenza proletaria ancora intessuta di settarismo e omertà, Giovanni farà finta di non vedere gli inciampi scolastici del fratello (e l'evoluzione sindacale dei '60), ma conquiste culturali e affermazione sociale non troveranno complementarietà in famiglia (titolo dell'ultimo "episodio").
Il tragico cammino di un'esperienza umana (e collettiva) densa di emblematica nostalgia (l'isolamento civile dell'emigrazione, il valore della cultura, l'ineluttabilità del dramma sociale) è reso da Amelio con scarna narratività (al limite dell'ermetismo) ed algida partecipazione: in un cinemascope che imprime forte caratterizzazione a volti ed ambienti, la storia di Pietro e Giovanni è una sequenza memorabile di situazioni (lancinanti) e personalità (lacerate) che non confluiscono forse in un amalgama compiuto, ma che non lasciano indifferenti nella loro invitta intensità.
L'incerta comunicazione drammaturgica di
Così ridevano troverà un posto di rilievo nell'immaginario cinematografico del nostro cinema? Intanto si è conquistato un posto nell'albo d'oro della Mostra del Cinema.

ezio leoni - La Difesa Del Popolo  19 settembre 1998

TORRESINO incontri con il cinema italiano ottobre/dicembre 1999

filmografia di
Gianni Amelio
(San Pietro Magisano [CZ] 20 gennaio 1945)

1970 La fine del gioco - mm/tv
1973 La città del sole - tv
1976 Bertolucci secondo il cinema - mm/tv
1978 La morte al lavoro - tv
1979 Effetti speciali - mm tv
1979 Il piccolo Archimede
1982
Colpire al cuore
1983 I velieri
1988
I ragazzi di via Panisperna
1990 Porte aperte
1992 Il ladro di bambini
1994 Lamerica
1996 Non è finita la pace, cioè la guerra - mm/tv
1998 Così ridevano

1999 Poveri noi - mm/tv
2003 Le chiavi di casa
2006 La stella che non c'è
2012 Il primo uomo