I
percorsi del
cinema invisibile
"primaverile" si adattano alle dinamiche del mercato: tra multisale e
multiplex sono oltre 40 gli schermi "da coprire" in Padova e dintorni e,
a ridosso delle festività, una volta tanto non ci sono state pellicole
"di rango" che non abbiano avuto un’uscita in sala (solo
Bittersweet Life,
un residuo della scorsa stagione, ha dovuto trovato asilo in una
rassegna estiva); variegati comunque i percorsi sotterranei
individuabili tra i titoli a disposizione. In primis ovviamente il
faccia a faccia
STELLE,
STRISCE
E "MUSI GIALLI"
suggerito da Eastwood (Flags
of Our Fathers-Lettere da Iwo Jima)
e completato dal recupero (in video) del classico di Allan Dwan
Iwo Jima
deserto di fuoco
(1949). Ma non meno stimolante, crediamo, sia il dittico della
MINIPERSONALE
dedicata ad un regista come
JOHN
CURRAN:
il suo
I giochi
dei grandi
era già passato sullo schermo del Torresino alla sua uscita nel 2004, ma
il rivederlo ora, abbinato con
Il velo
dipinto,
rende pieno credito al suo calibrato sguardo d'autore, lucido e
introspettivo nel confrontarsi con i sentimenti di coppia. Il flop
italiano di un film
SFAVILLANTE
come
Dreamgirls
(3 Golden Globe, 8 nomination, 2 Oscar) ci dà pretesto per rinverdire la
passione per il
MUSICAL,
abbinandolo con una serata di
DOPPIO SPETTACOLO
che mette insieme sullo schermo due capolavori di Vincente Minnelli,
Un
americano a Parigi
(1951) e
Spettacolo di varietà
(1953).
Per dare consolazione ai nostalgici di una calcio fatto di colpi di
genio e di lealtà sportiva ecco poi il nuovissimo documentario
99
AMARANTO,
sulla coerenza professionale e umana di Cristiano Lucarelli, abbinato a
un ritrovato
Best
(1999), omaggio appassionato e amaro, all'estro "alcolico"di George
Best, idolo negli anni '60 del Manchester United: va bene, come titolo,
PIEDI DA
CAMPIONE, CUORE DA TIFOSO?
Infine, a suggellare una tendenza che trova il favore del pubblico in
serie televisive ambientate in ambiente ospedaliero (da E.R. - Medici
in prima linea, a Dr. House Medical Division) e a sancire il
tardivo omaggio di Hollywood a Martin Scorsese (finalmente 4 oscar per
il suo
The Departed), trova posto la proiezione provocatoria di
una fra le opere più controverse ed eticamente ermetiche del regista: in
Al di là
della vita
Frank Pierce (Nicolas Cage) viaggia dentro la notte e il dolore come il
Travis Bickle di Taxi Driver. Lì eravamo di fronte al capolavoro,
qui ad un lavoro di transizione, ma sempre segnato, nel contenuto e
nella forma, da una affascinante complessità autoriale.
Per una serie di capolavori a tutto tondo occorre invece fare
riferimento al ciclo del venerdì (ore 20.00).
SI
CHIAMAVA JOHN FORD, FACEVA WESTERN
è l’occasione per riscoprire il talento di uno dei massimi autori del
cinema e per ritrovare la sintonia con un genere tanto antico quanto
immortale:
Ombre rosse, Sfida infernale, Il massacro di
Fort Apache, I cavalieri del Nord Ovest, La carovana dei
mormoni, Sentieri selvaggi, L’uomo che uccise Liberty
Valance… |