Orgoglio e pregiudizio (Pride and Prejudice)
Joe Wright - Gran Bretagna 2005 - 2h 07'


sito ufficiale

da Il Sole 24 ore (Roberto Escobar)

        Si dice che Jane Austen film precedente in archivio non scrivesse nella quiete di uno studio, ma in un soggiorno pieno di rumori, immersa e tuttavia non persa nella vita quotidiana dei suoi molti fratelli e dei suoi moltissimi nipoti. Vitale e rumoroso è anche il soggiorno dei Bennet, centro narrativo di Orgoglio e pregiudizio [...] che si apre contro un sole velato che si alza nella campagna del Kent — dove il cinema colloca lo Hertfordshire dei Bennet —, e subito la macchina da presa si posa su Lizzy, leggera e luminosa. Con lei il film ci porta in un mondo che è di due secoli fa, ma che avvertiamo contemporaneo. E questo avviene nonostante ambienti e vestiti rimandino con cura a un tempo lontano (Wright e i suoi collaboratori li ricostruiscono senza formalismi o leziosità, ma anzi con attenzione ai particolari più normali e bassi). In Lizzy e negli altri, dunque, subito ci appaiono “contemporanei” i sentimenti: non i grandi sentimenti, ma quelli che ancor vivono nei piccoli rumori di un soggiorno, e che ci fanno essere quel che siamo.
Regia e sceneggiatura scelgono di non “alzare la voce”, restando dentro la quotidianità, e cercandone la leggerezza Evitano così di insistere sulle manovre grottesche di Mrs. Bennet, preferendo giocare con il contrappunto che sempre le viene dal sarcasmo pigro del marito. Attenuata è anche la comicità involontaria del reverendo Collins (Tom Hollander), così come l’eco degli intrighi e dei malintesi che s’oppongono all’amore fra Jane Bennet (Rosamund Pike) e Mr. Bingley (Simon Woods), ricco e non proprio geniale.
Al centro di
Orgoglio e pregiudizio sono tenuti invece Lizzy e Darcy. Anzi, ci è tenuta soprattutto lei: per la sua intelligenza curiosa, per la sua fresca indipendenza intellettuale, per il coraggio con cui affronta Lady Cathenne de Bourg (Judi Dench), punendone l’arroganza cattiva (per raccontarcela, la sua cattiveria, a Wright basta inquadrare di sfuggita la figura scura della figlia).
Il film, dunque, si sviluppa come un cammino d’avvicinamento di Lizzy a Darcy, a partire dall’occasione festosa di un ballo pubblico. E qui la regia li mostra dentro una coralità caotica, rumorosa e accaldata, vicini solo per pochi istanti, a farci intendere che tutto accade attorno a loro —avendo loro come centro oggettivo —, ma senza che. loro sappiano d’esserne i protagonisti. Poi, in un altro ballo, il montaggio si fa più evidente, e molto più “breve". I due si avvicinano, si separano, tornano ad avvicinarsi, intanto parlano, e sono le loro parole che davvero li avvicinano, li separano, tornano ad avvicinarli e di nuovo a separarli. E all’improvviso, al culmine del loro primo “incontro", la macchina da presa li mostra soli nella grande sala, e silenziosi.
Con questa raffinata leggerezza Wright
film successivo in archivio fa proprio il grande libro di Austen, trasformando Darcy ma ancor più Lizzy in nostri contemporanei. Fin dall’inizio, in loro sottolinea elementi narrativi universali e “facili": i due sono destinati l’uno all’altra, come ci si esprimerebbe nello stereotipo di un romanzo rosa. E però, insieme, fin dall’inizio mostra in loro una dignità e una singolarità che nulla hanno di stereotipato...

da Film Tv (Emanuela Martini)

        Orgoglio e pregiudizio (versione Jane Austen, 1813) è un romanzo, spesso tagliente e acido, sulle classi, sulla loro insormontabilità e sull’intelligenza femminile e il conformismo maschile. Orgoglio e pregiudizio (versione Leonard, 1940) è un film sul masochismo femminile (Greer Garson) e sull’altezzoso disimpegno maschile (Laurence Olivier). Matrimoni e pregiudizi (versione Chadha, 2004) è un film su Bollywood e Hollywood (più un po’ di snobismo razziale). La leggendaria versione Bbc del 1995 è il trionfo del bel tenebroso Colin Firth-Darcy per sempre. Questo Orgoglio e pregiudizio, diretto da Joe Wright, pare la versione Un posto al sole (la soap, non il film di Stevens): molto chiacchierato, tra un interno e l’altro, con personaggi che ostentano freddezza e superiorità sociale e altri che si affannano a fare gaffe e chiedere scusa; quel tanto che basta di scheletri negli armadi e rivendicazioni femminili qualche vera carogna e qualche vera sventata: e soprattutto tutte facce un po’ scipite, eroi di tutti i giorni, compresi l’imperscrutabile Matthew Macfayden (Darcy, con l’acne) e la volitiva Keira Knightley (Lizzie) che scimmiotta la Jo di Winona Ryder in Piccole donne. Il film è piatto, piuttosto supponente (Wright ci dà dentro con i carrelli, forse per rianimarlo), conformista e distratto (Judi Dench con un’improbabile abbronzatura). Molto sponsorizzato in patria (l’Inghilterra), chissà come è arrivato fino alle 4 nomination…

da Donna-La Repubbica (Natalia Aspesi)

        ...Orgogli e pregiudizi si scontrano, in dialoghi crudeli, tra i due protagonisti, l’intelligente, brillante, nullatenente e di classe inferiore Elizabeth (Keira Knightley) e Fitzwilliam Darcy, introverso, altezzoso, ricchissimo gentiluomo, interpretato da Matthew Macfadyen: occhi azzurri a parte, non è affascinante come dovrebbe. Il godimento è massimo, a ogni loro schermaglia, finché lui, pazzo d’amore, le chiede di sposarlo, anche se lei non è all’altezza, e lei, pazza d’amore, lo rifiuta, indignata per il suo apparente disprezzo. Jane Austen scrisse la prima versione del celebre romanzo nel 1796, a 21 anni, e in questa epoca il film colloca la storia. Girato tutto in location, il film acquista verità storica, ambientale: la casa dei Bennet è un autentico cottage del ‘600, dove tu girato il meraviglioso I misteri del giardino di Compton House di Greenaway, e le dimore di Darcy e delle altre famiglie ricche sono grandiose magioni costruite dalla grande aristocrazia inglese, perfettamente conservate anche all’interno...

da Il Mattino (Valerio Caprara)

        ...Mentre la scrittrice inglese analizza con finissima ironia e implacabile psicologia il conflitto tra caratteri individuali e posizioni sociali che cova sotto l'idillico aplomb della vita di campagna e conferisce insondabili vertigini romantiche alla sottile prospettiva femminista, questo film sembra una specie di favola di Cenerentola in cui o non accade nulla o si scatena un isterico girotondo attorno ai due innamorati riluttanti… Keira Knightley (Sognando Beckham) non sarebbe male, ma con quel musetto imbronciato recita lontana anni luce dalle originali ambientazioni tra Settecento e Ottocento; Matthew MacFadyen è un Darcy anonimo e imbalsamato; Donald Sutherland un papà sin troppo sornione e Brenda Blethyn (Segreti e bugie) una mamma che inclina incongruamente al farsesco…


promo

Nuova, accattivante versione del famoso romanzo di Jane Austen. Siamo fra i morbidi colori delle campagne inglesi di fine diciottesimo secolo, nelle grandiose magioni dell’aristocrazia britannica, che fanno da teatro delle ripicche affettive, prologo di un amore, tra la più testarda delle cinque figlie da marito di una famiglia rurale in cerca di sterline e blasone e lo snob taciturno ospite di un lord. Lizzy e Darcy. Due cuori combattuti tra la l’orgoglio di caratteri forti e i pregiudizi delle diverse posizioni sociali, due personaggi entrati nel mito della letteratura e che il cinema sa riproporre con alterno fascino: da Greer Garson e Laurence Olivier alla Keira Knightley e al Matthew MacFadyen di oggi...

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