Espiazione (Atonement)
Joe Wright - Gran Bretagna 2007 - 2h 3'

Venezia 64° - Concorso

     L'apertura della 64a Mostra del cinema è stata affidata ad Atonement - Espiazione,  opera seconda di Joe Wright film successivo in archivio (già autore di Orgoglio e pregiudizio), tratta dal best-seller omonimo di Ian McEwan  ha conquistato il pubblico (meno la critica) per la grande esibizione di fascinazione cinematografica costruita secondo i dettami del quasi-colossal: splendida fotografia, intrigante flusso di coscienza per immagini ben translato dal testo al film, ottima interpretazione  degli attori, da quella del giovane protagonista James McAvoy a quella della beniamina del regista Keira Knightley (già in Orgoglio e pregiudizio); su tutti spicca comunque una sempre magnifica Vanessa Redgrave anche se ‘solo’ ridotta al ruolo di ‘sunto de li sunti’ del plot e del significato ultimo del testo filmico.
Atonement è un dramma sentimentale ambientato in Inghilterra a metà degli anni Trenta, prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Bryoni (Saoirse Ronan, anche lei molta brava) è una ragazzina di tredici anni dotata di una precoce, forte passione per la letteratura e l’inventio, oltre che di un ego smisurato, che si trova ad osserva con la curiosità a volte malsana-suo-malgrado dell’adolescenza, la storia d'amore che vive la sorella maggiore Cecilia (Knightley) con Robbie (McAvoy), un giovane di diversa levatura sociale. Proprio questa sua passione, però, mista ad una sorta di proterva, perbenista ed ipocrita cecità mentale, porterà Bryoni a commettere un atto (del quale si pentirà per tutta la vita) che rovinerà la vita della sorella e del suo fidanzato che verrà accusato, ingiustamente,  di violenza carnale. A Bryoni non resterà che provare a rimediare scrivendo, dopo una vita di incredibili successi letterari, il suo canto del cigno, un ultimo romanzo nel quale racconterà tutta la verità mescolando realtà e fiction, in una sorta autoperdono commisto ad un insanabile senso di colpa: pentimento ed espiazione per quanto detto e fatto, per non aver mai ritrattato pubblicamente nella sua fortunata, ma ‘colpevole’ esistenza.
Un film che avrebbe fatto la felicità di Freud e che ricorda, benché con altri esiti ed altro contesto, la doppia versione che William Wyler ricavò da
The Children’s Hour, intenso dramma di Lillian Hellman ( La calunnia - 1936 e Quelle due – 1962: una ragazzina ‘crede’ di vedere ciò che non è, scatenando uno scandalo riguardo al presunto rapporto omosessuale femminile tra due insegnanti...).
Da sottolineare, in
Atonement, il ruolo rivestito dal commento sonoro (di Dario Marianelli) che scandisce con enfasi tutto lo scorrere del film: la maggior parte della musica è stata composta prima di girare il film ritmando le scene sul ritmo armonico del ticchettio dei tasti della macchina da scrivere e arrivando a momenti di maestosa rilevanza che citano  (quanto inconsciamente non è dato sapere) il Beethoven de la Nona Sinfonia. L’esito è in ogni caso notevole, considerando anche la qualità dell'esecuzione, affidata alla English Chamber Orchestra e al pianoforte di Jean-Yves Thibaudet, artista di versatile e sofisticata musicalità.
Un’ottima confezione quindi per un film che si fa guardare con calcolato compiacimento. Troppo lungo? Certo qualche sforbiciata sarebbe servita, ma, visto il gradimento del pubblico,  il maggior merito di
Atonement resta quello di aver riportato all'attenzione il libro di Ian McEwan: confrontare il sua vibrante metalinguaggio letterario con la leziosità della trasposizione di Joe Wright può essere un valido esercizio di approfondimento critico.

Maria Cristina Nascosi - MC magazine 20  settembre 2007





TORRESINO - ottobre 2007

film del week-end precedente film successivo presente sul sito