“Accerchiati”.
Ma una volta tanto in senso positivo… Il nostro
cinema invisibile
ha aperto in ritardo i battenti per lasciare spazio alla rassegna
organizzata dal Dipartimento di Romanistica dell’'Università, in
collaborazione con l’Instituto Cervantes di Milano. Sei serate di
cinema e una di teatro per celebrare il
IV
centenario del Don Chisciotte,
l’eroe “senza macchia e senza paura” su cui Cervantes costruì quello che
si può definire il primo romanzo moderno. E, a cavallo tra novembre e
dicembre, abbiamo dovuto (con piacere) lasciare spazio alla terza
edizione padovana di
Videopolis,
una realtà festivaliera che sta appassionando i giovani videomaker
italiani.
C’era poi da festeggiare il secondo compleanno degli amici di
Panstore, il negozio di fumetti al Carmine e non potevamo trascurare
la raccolta di racconti
Le bugie di Hollywood
dell’editore
padovano Meridiano Zero, che ci permettiamo di segnalare come
strenna natalizia per i nostri soci. Così si parte con
Steamboy di Otomo Katsushiro e si chiude con una serata speciale in cui, alla
presentazione del libro di David Ambrose, è abbinata la proiezione de
I protagonisti
(1992), intrigante plot d’ambiente cinematografico firmato da Robert
Altman.
Nel mezzo tanti titoli da scoprire, passati fugacemente in altre sale o
addirittura privati del tutto di un’uscita in città. È il caso di
La mia vita a Garden State,
super premiato negli States, che siamo lieti di proporre in prima
visione a fine novembre (non mancate!), ma anche ultimo appassionato
lavoro di Bertrand Tavernier,
La piccola Lola,
ha avuto vita davvero breve nel circuito padovano; così come
Saimir, uno dei migliori film
italiani della scorsa stagione, assurdamente emarginato nei giochi della
distribuzione. Migliori le occasioni offerte a due piccoli gioielli
cinematografici come
La samaritana e
La sposa siriana, in ogni caso
comunque poco valorizzati in battage pubblicitario e tenitura. Per il
primo
chiamiamo a
raccolta quanti hanno già amato le opere precedenti di Kim Ki-duk
(Primavera, estate, autunno… e
Ferro 3), al secondo (imperdibile!)
offriamo due serate di programmazione in concomitanza con le festa
dell’8 dicembre.
Dagli archivi di cineteca arriva
Così come sei, opera minore, ma
significativa di Alberto Lattuada (la sua scomparsa, nello scorso
luglio, non è stata granché commemorata), ma crediamo che, accanto a
Garden State, la vera chicca di questo ciclo sia
Tropical Malady. Fanno
fede i premi attribuitigli ai vari festival (Cannes e Torino in primis),
ma è indiscusso che l’approccio con il cinema del thailandese
Apichatpong Weerasethakul è un’esperienza estremizzante, che può
infastidire o indurre una fascinazione assoluta. “Non è per tutti i
gusti, ma è un ufo che scalda l’intelligenza”.
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