Così come sei
Alberto Lattuada - Italia 1978 - 1h 49'

da Il Sole 24 Ore (Luigi Paini)

      Breve incontro a Firenze fra l'architetto Marcello Mastroianni, rubizzo cinquantenne, e la ninfetta Natassja Kinski. Solo dopo l'amore un'anima buona insinua a Marcello che la ragazza potrebbe essere sua figlia. Da questa relazione nasce in lui un comprensibile senso di colpa, alimentato dal comportamento bizzarro della ninfetta. In Così come sei Alberto Lattuada imbastisce un raffinato mosaico di immagini sul contrasto fra le generazioni, la frustrazione degli anziani, la rabbia dei giovani e la sensazione che li accomuna, quella di star male al mondo. Nastassja (una fotogenia attraente, ma non è ancora un'attrice) cova la sua nevrosi in una soffitta con vista sul Duomo, riempita di immagini di avi illustri, da Marx a Freud, da Pirandello a Hemingway. Infelice in famiglia, Marcello (più a suo agio vestito che nudo...) non riesce a dimenticare la madre di Nastassja che vent'anni prima lo piantò in un cinema durante la proiezione di un film (la figlia farà lo stesso, scappando via sulle immagini di Vampyr). Ad un certo punto vediamo l’architetto sfogliare Homo Faber. Frisch si spingeva ad un’autentica trasgressione del tabù, Lattuada non osa andare oltre un incesto temuto o immaginato…

i giovedì del cinema invisibile TORRESINO ottobre-dicembre 2005

omaggio ad Alberto Lattuada (13 novembre 1913 – 3 luglio 2005)
 

      Benemito fondatore (con Comencini) di quella che sarà la Cineteca Italiana, assistente di Soldati e Poggioli nei primi anni '40, il Lattuada regista esordisce facendo bella mostra di una profonda cultura cinematografica e di una raffinata ricercatezza formale (Giacomo l’idealista, 1943). Scava quindi nella letterarietà (e nella sensualità) con La freccia nel fianco, si avvicina al sociale (e al neorealismo) negli anni seguenti con Il bandito (1946), Senza pietà (1948) e Il mulino del Po (1949); cambia ancora registro negli anni ‘50 scavando nelle psicologie dei personaggi, con uno sguardo malinconico di fronte alla grettezza del vivere: Luci del varietà (co-regia con Fellini) La spiaggia, Il cappotto (memorabile l’interpretazione di Renato Rascel). Sempre impeccabile negli adattamenti letterari (dopo Bacchelli, Gogol e Verga è la volta di Macchiavelli per La mandragola), negli anni ’60 si è districato con sicura efficacia anche tra i generi (il giallo: L’imprevisto 1961 e Il mafioso - la commedia: Don Giovanni in Sicilia 1967 - il film di guerra: Fraulein Doktor 1969), e con i lavori dei primi anni ‘70 (Venga a prendere il caffè da noi, Sono stato io, Le farò da padre) ha saputo coniugare il brio della commedia con le contraddizioni di una società in bilico tra ipocrisia e arrivismo, acuendo via via una lettura amara della realtà e facendo trasparire un edonismo voyeristico che lo ha portato, da sempre, a filmare le grazie di giovani talenti femminili: dalla Jacqueline Sassard di Guendalina (1957) a Catherine Spaak (Dolci inganni, 1960), da Nastassja Kinski (Così come sei, 1978) alla Clio Goldsmith de La cicala (1980).

ezio leoni - programma TORRESINO - ottobre/dicembre 2005