Più
sale, più cinema? Paradossalmente nel mercato distributivo non sempre
tutto è così consequenziale. Gli spazi si occupano a suon di incassi, i
blockbuster invadono più schermi in contemporanea, le teniture si
prolungano e… il
cinema invisibile
prospera. Il nostro cartellone ha dovuto lasciar fuori quasi altrettanti
titoli, le prime visioni "minori" finalmente cominciano a far capolino
anche in altre sale, ma si allunga la lista di film e autori che il tam
tam degli spot tv neanche si sogna di mandare in onda.
Eppure il senso della nostra rassegna, da sempre, non è solo
quello di ripescare pellicole emarginate dal circuito, ma
anche di portare alla luce, tra un giovedì e l’altro, percorsi
sotterranei, marginali, sperduti tra i meandri dell’offerta
commerciale. In primo luogo, ad esempio, l’”idea documentaria”,
tornata in auge col successo di Fahrenheit 9/11 (e, contestualmente
nella nostra sala, con gli appuntamenti-evento di
Videopolis). Tra
Torresino
e Astra la circuitazione cittadina di 4 docu-film (Documentario?
Sì, grazie)è
un segnale di tendenza, la denuncia partecipe di Jonathan
Demme (The
Agronomist
è da noi in prima visione, con proseguimento anche
nel week-end) e la contagiosa vitalità musicale di Mika Kaurismaki
(Moro
no Brasil)
sono appuntamenti d’attualità cinematografica da non perdere.
E se
Hero
è una
concessione carnevalizia all’adrenalinica epicità della produzione
orientale (la sua ombra sul cinema d’essai si estende sempre più…) il
Doppio Spettacolo
di
Prima dell’alba-Prima del tramonto
è un percorso di invisibilità estrema poiché se Before Sunset ha
trovato in questi mesi inadeguata programmazione in città, del suo
antesignano è già tanto essere riusciti a recuperare una copia in video…
Non abbiamo poi resistito a rendere omaggio all’uscita del nuovo
Heimat
(Hermann e Clarissa sono amici di vecchia data) e ci è sembrato il caso,
per meglio comprendere la portata stilistico-sociale di
Nemmeno il destino,
di invitare Gianfranco Bettin, autore del romanzo che dà
origine al film.
La proiezione di
Un onesto trafficante,
intrigante noir belga apprezzato al festival di Venezia, ma passato del
tutto sotto silenzio nei listini italiani, è un’altra imperdibile prima
visione, mentre nei due dittici d’autore (ad aprile) si confrontano
due realtà contrapposte del cinema argentino: lo stile raffinato e incisivo
di
LUCRECIA MARTEL
(la “persistenza” dei suoi personaggi è caratteristica sia de
La ciénaga
sia di
La niña santa)
e quello più manierato e populista di
ALEJANDRO
AGRESTI:
una filmografia più ampia (oltre venti titoli) e non sempre convincente,
ma
Tutto il bene del mondo
ha ben figurato a Venezia-Orizzonti 2004 e
L’ultimo cinema del mondo
(1998) è ormai un film cult tra i cinefili.
Il nostro augurio, oltre a quello abituale di buona visione, si estende
anche alla Pasqua e, già che ci siamo, anche alla
giornata della donna.
Se devo essere sincera
non è un titolo “di nicchia”, la serata non è di giovedì, ma
l’accoppiata Ferrario-Littizzetto è effervescente e, speriamo, gradita
al nostro pubblico femminile. |