da La Repubblica (Roberto Nepoti) |
Finalmente
il documentario, capace di produrre capolavori né più né meno del cinema
di fiction, sta riconquistando il proprio posto sugli schermi dopo anni
d'indifferenza generale. Meglio che un genere, converrebbe definirlo un
"insieme" di tipologie diverse. Con
The
Agronomist,
il versatile Jonathan Demme regala un piccolo prodigio di documentario
biografico-politico, appassionante non meno che istruttivo, dove
l'acquisizione di sapere va di pari passo con l'indignazione e con la
commozione.
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da Film Tv (Emiliano Morreale) |
Jonathan Demme, pluripremiato con l’Oscar ma indipendente nell’animo, è da sempre un osservatore partecipe della situazione di Haiti, come testimoniava già il suo Haiti: Dream of Democracy. Nel 1986, anno della caduta del dittatore Baby Doc Duvalier e dell’insediamento del presidente Aristide, Demme aveva conosciuto un dell’opposizione al regime, l’ex agronomo Jean Dominique, fondatore di una radio libera e intellettuale-guida. A partire dal ‘91, il regista ha intervistato più volte negli anni Dominique, facendosi raccontare la sua storia, la sua vocazione. Ma il film, appassionato e interessante, ha una vera e propria svolta-shock quando si passa a narrare la morte dell’"agronomo", misteriosamente ucciso nell’aprile 2000 (la situazione ad Haiti è di continua instabilità, tra ex duvalieristi, seguaci dei presidenti successivi, narcotrafficanti - e proprio nelle ultime settimane sono arrivate notizie di nuovi massacri). Senza ombra di retorica, The Agronomist è il ritratto di un personaggio affascinante, simpatico e pieno di dignità, un sobrio inno alla libertà di informazione e alla necessità degli intellettuali, con un sottofondo di speranza anche nelle potenzialità del cinema (commoventi le confessioni di Jean Dominique che dice di aver scoperto la politica guardando e facendo il cinema, negli anni della nouvelle vague). |
i giovedì del
cinema
invisibile
TORRESINO
febbraio-aprile 2005 PRIMA
VISIONE
Documentario? Sì grazie