da www.scanner.it (Paolo Boschi) |
L’ultima fatica del regista argentino Alejandro Agresti è un melodramma sentimentale fortemente legato alla sua terra d’origine, intitolato con diabetica fantasia Tutto il bene del mondo, titolo italiano (in realtà il titolo originale equivale a “un mondo meno peggiore”) che ha il pregio di focalizzare con indubbia efficacia la metafora centrale del film. La trama è imperniata sulla felice scoperta di un uomo che poteva diventare un desaparecido, uno che ha cancellato per troppo tempo un passato impossibile, a cui il caso ha rifilato per le mani in extremis un nuovo futuro, offrendogli una seconda chance quando ormai non se l’aspettava più. Una donna matura parte da Buenos Aires con le due figlie al seguito alla volta di una sperduta località marina per ritrovare il marito, che credeva morto da vent’anni. L’uomo, che per vivere è diventato il fornaio della cittadina, è sparito nel nulla quando ancora la moglie era incinta della prima figlia, mentre la seconda è nata di recente da una relazione con l’irresponsabile di turno. Il protagonista, che ha dovuto lottare duramente con se stesso per abituarsi alla sua nuova vita, all’inizio fa finta di non riconoscere la moglie che, con ostinata insistenza, continua a pararglisi davanti finché il marito di un tempo non accetta di provare a venire a patti con un passato rimosso con chirurgica precisione. Tutto il bene del mondo racconta la storia di un ex idealista che credeva in un mondo migliore, ma ha dovuto adeguarsi alla legge del più forte, rassegnandosi ad un mondo soltanto sopportabile: quando dal nulla si ripresenta la famiglia che gli è stata negata per vent’anni, dovrà abituarsi all’idea che un mondo meno peggiore è ancora possibile per lui... Bella storia, attori in parte e una regia dai toni calibrati: Agresti, attento ad evitare le lacrime facili, tratteggia con sensibilità la voglia di ripartire dell’Argentina di oggi, senza trascurare un passato recente difficile da dimenticare. Come questo piccolo film dove tutto gira per il verso giusto... |
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TORRESINO
febbraio-aprile 2005
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ALEJANDO AGRESTI