(dicembre-gennaio)
febbraio-marzo 2004

bimestrale di cinema, cultura e altro...

n° 9
Reg.1757 (PD 20/08/01)

 

   Puntavamo su un numero speciale tutto "padovano" legato alla nuova logistica delle sale della nostra città e... L'ennesimo rinvio dell'apertura del PortoAstra ha spiazzato anche noi ed eccoci così ad un ulteriore ritardo, ad un numero doppio che viene a coprire ben quattro mesi di cinema, cultura e altro.

L'"altro" che più ci sembra evidente/invadente in questo lasso di tempo fa sempre perno sull'asse Bush-Berlusconi: a livello internazionale le contraddizioni di un "provvido" interventismo sono drammaticamente esplose sui binari di Madrid, per quanto riguarda gli affari interni le sbilenche esternazioni di un premier tronfio sono, si spera, il colpo di coda di una dinamica politica da varietà televisivo. Un biglietto (elettorale) per una spettacolo del genere si può prendere una volta e mai più!

    In ambito cinematografico gli spunti sono molti, dai risultati al botteghino nel clou della stagione all'assegnazione degli oscar , dalla pubblicazione del nuovo volume sul cinema in Veneto (Luci sulla città: Padova) alla nomina di Muller quale direttore della Mostra del Cinema di Venezia . Immancabile la trasferta (con relativa cronaca) nell'eden cinefilo del Bergamo Film Meeting mentre, per restare all'attualità delle prime di stagione, ottenebrati dall'impatto mass-mediale de La passione di Cristo, ci limitiamo a rendere omaggio all'indomita  verve fiabesca di Tim Burton (ma l'emozione antica del western è ancora quella che più ci fa amare lo spettacolo cinematografico...).

   Nel calo endemico di spettatori al botteghino (-2%) lo stallo della verve comica del cinema nostrano (il regresso di Boldi-De Sica e del loro Natale in India è compensato dal nuovo credito dato dal pubblico a Pieraccioni per Il paradiso all'improvviso, ad oggi circa 25 milioni di euro!) ha in ogni caso contrastato il grande impatto di emozione & spettacolo della Buena Vista (Alla ricerca di Nemo e Master & Commander, complessivamente quasi 35 milioni), ma l'eclatante successo di un film dolce-amaro come Le invasioni barbariche (3 milioni e mezzo di euro) è di buon auspicio per un cinema di qualità che prenda spazio e corrobori l'andamento di mercato. Il suo oscar quale miglior film straniero fa da ponte con l'altra "notizia" di questi mesi, le 11 statuette attribuite a Il ritorno del Re di Peter Jackson: al di là della riuscita "parziale" del maxi-film tratto da Tolkien (l'impressione resta quella che, nel trittico, la fascinazione emotiva sia andata scemando col crescere dell'impatto spettacolare, ma come dimenticare che Il Signore degli Anelli si presenta come un'opera unica "frazionata"?) il riconoscimento assegnato dall'Academy è più che mai coerente con l'idea di cinema che hollywood propugna. Gli 11 oscar a una pellicola-evento come Il ritorno del Re fanno per noi meno notizia delle statuette "rubate" negli ultimi anni a titoli come La sottile linea rossa e Moulin Rouge.

La dichiarazione del neo direttore della Mostra di Venezia, Marco Muller (5/3/2004):

"Vorrei innanzi tutto ringraziare il Presidente Croff e il cd della Biennale per la fiducia accordatami. E’ il più prestigioso tra gli incarichi ai quali possa aspirare un “fabbricante di festival” italiano. Certo, da tempo ero passato, anima e corpo, alla “fabbricazione di film”, avevo scelto di smettere di fare il mestiere che mi aveva impegnato per più di vent’anni. Prima di poter accettare la sfida che mi proponeva la Biennale ho dovuto dunque fare un esame di coscienza.
Si trattava di tornare a fare, ai livelli massimi, quello che avevo già fatto? Oppure, per un produttore cinematografico con un’esperienza finalmente tutta “dall’interno del cinema”, questa sfida assumeva un carattere davvero nuovo?
La mia risposta è che vorrei misurarmi con questi obiettivi ambiziosi: riuscire a realizzare una Mostra sempre più rispondente alle esigenze di chi i film li fa, li diffonde e li va a vedere. Con questo obiettivo vorrei anche rendere permanenti, a Venezia, alcune attività del Settore Cinema.
Mi auguro che la 61a Mostra possa corrispondere a un festival agile, inventato in un clima di dialogo e confronto costanti con l’industria e la cultura del cinema. In Italia e fuori."


(pag 2)

 

in rete dal 16 aprile 2004


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