Puntavamo su un numero
speciale tutto "padovano" legato alla nuova logistica
delle sale della nostra città e... L'ennesimo rinvio dell'apertura
del PortoAstra ha spiazzato anche noi ed eccoci così ad un
ulteriore ritardo, ad un numero doppio che viene a coprire
ben quattro mesi di cinema, cultura
e altro.
L'"altro"
che più ci sembra evidente/invadente in questo lasso di tempo fa
sempre perno sull'asse
Bush-Berlusconi: a
livello internazionale le contraddizioni di un "provvido"
interventismo sono drammaticamente esplose sui binari di
Madrid, per
quanto riguarda gli affari interni le sbilenche esternazioni di un
premier tronfio sono, si spera, il colpo di coda di una dinamica
politica da varietà televisivo. Un biglietto (elettorale) per una
spettacolo del genere si può prendere una volta e mai più! |
In ambito cinematografico gli spunti
sono molti, dai risultati al botteghino nel clou della stagione
all'assegnazione degli oscar
, dalla pubblicazione del nuovo volume
sul cinema in Veneto (Luci sulla città: Padova) alla nomina di
Muller quale
direttore della Mostra del Cinema di Venezia
.
Immancabile la trasferta (con relativa cronaca) nell'eden cinefilo
del Bergamo Film Meeting
mentre, per restare all'attualità delle
prime di stagione, ottenebrati dall'impatto mass-mediale de
La passione di Cristo, ci
limitiamo a rendere omaggio all'indomita verve fiabesca di Tim
Burton (ma l'emozione antica del western è ancora quella che più ci
fa amare lo spettacolo cinematografico...). |
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Nel
calo endemico di spettatori al
botteghino
(-2%) lo stallo della verve comica del cinema nostrano (il
regresso di Boldi-De Sica e del loro Natale
in India è compensato dal
nuovo credito dato dal pubblico a Pieraccioni per
Il paradiso all'improvviso,
ad oggi circa 25 milioni di euro!) ha in ogni caso
contrastato il grande impatto di emozione & spettacolo
della Buena Vista (Alla
ricerca di Nemo
e
Master & Commander,
complessivamente quasi 35 milioni), ma
l'eclatante successo di un film dolce-amaro come
Le invasioni barbariche
(3 milioni e mezzo di euro) è di buon auspicio per
un cinema di qualità che prenda spazio e corrobori l'andamento
di mercato. Il suo
oscar
quale miglior film straniero fa da ponte con l'altra "notizia"
di questi mesi, le
11
statuette attribuite a
Il ritorno del Re
di Peter Jackson: al di là della
riuscita "parziale" del maxi-film tratto da Tolkien
(l'impressione resta quella che, nel trittico, la fascinazione
emotiva sia andata scemando col crescere dell'impatto spettacolare,
ma come dimenticare che
Il Signore degli Anelli
si presenta come un'opera unica "frazionata"?) il
riconoscimento assegnato dall'Academy è più che mai coerente
con l'idea di cinema che hollywood propugna. Gli 11 oscar
a una pellicola-evento come Il
ritorno del Re fanno per
noi meno notizia delle statuette "rubate" negli
ultimi anni a titoli come
La sottile linea rossa
e Moulin
Rouge.
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La
dichiarazione del neo direttore della Mostra di
Venezia, Marco Muller (5/3/2004):
"Vorrei innanzi tutto ringraziare il Presidente
Croff e il cd della Biennale per la fiducia accordatami.
E’ il più prestigioso tra gli incarichi ai quali
possa aspirare un “fabbricante di festival” italiano.
Certo, da tempo ero passato, anima e corpo, alla
“fabbricazione di film”, avevo scelto di smettere
di fare il mestiere che mi aveva impegnato per più
di vent’anni. Prima di poter accettare la sfida
che mi proponeva la Biennale ho dovuto dunque fare
un esame di coscienza.
Si trattava di tornare a fare, ai livelli massimi,
quello che avevo già fatto? Oppure, per un produttore
cinematografico con un’esperienza finalmente tutta
“dall’interno del cinema”, questa sfida assumeva
un carattere davvero nuovo?
La mia risposta è che vorrei misurarmi con questi
obiettivi ambiziosi: riuscire a realizzare una Mostra
sempre più rispondente alle esigenze di chi i film
li fa, li diffonde e li va a vedere. Con questo
obiettivo vorrei anche rendere permanenti, a Venezia,
alcune attività del Settore Cinema.
Mi auguro che la 61a Mostra possa corrispondere a
un festival agile, inventato in un clima di dialogo
e confronto costanti con l’industria e la cultura
del cinema. In Italia e fuori."
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