Nell’avvicendarsi,
non sempre facile, di
cinema invisibile,
possiamo segnalare stavolta un piccolo successo. Il primo degli
incontri con il cinema italiano,
Emma sono io
“esce” dalla prevista programmazione in questo nostro opuscolo del
giovedì (23/1) perché “promosso” a film domenicale con un confortante
riscontro di pubblico. Speriamo di vedervi numerosi anche per le due
serate dedicate rispettivamente a
Respiro
(30/1) e
L’imbalsamatore
(6/2): in entrambe i registi (Crialese e Garrone) ci hanno assicurato la
loro presenza.
Cinema italiano a parte tra i recuperi segnaliamo l’imponente
Arca Russa
di Sokurov, l’opera terza di Rosa Troche,
La sicurezza degli oggetti,
(in prima visione!) e due stimolanti dittici: con il titolo
Il fascino indiscreto del triangolo francese
abbiamo affiancato
Marie-Jo e i suoi due amori
al suo diretto ispiratore
Jules e Jim
(capolavoro di Truffaut del 1962) mentre con
Zhang Yimou, impeto o compostezza?
abbiamo voluto esternare i dubbi per una certa leziosità delle ultime
opere del regista cinese, mettendo a confronto l’ultimo
La locanda della felicità
con uno dei suoi primi lavori, quel
Ju Dou
che, con Lanterne rosse, lo rivelò nei primi anni 90.
Infine
AUSTRALIA: tabù aborigeni e infamie bianche
propone due nuovissimi titoli: la ballata western
The Tracker
(Rolf De Heer) e lo sconvolgente film documento di Philip Noyce sulle
coercizioni della colonizzazione australiana (La
generazione rubata).
A suggello abbiamo recuperato un cult-movie come
L’ultima onda
(1977) dell’allor giovane Peter Weir: un thriller ancestrale,
catastrofico, eccessivo… memorabile! |