Qui
il respiro è del
cinema, di tradizione alta (Visconti-Rossellini-Pasolini-Bellocchio)
ma aperta a un'eccentrica variabilità personale, moderna e rurale, lirica
e neorealista. Secondo lungometraggio di Crialese
, premiato all'ultimo
Cannes, è la tranche di un pezzo d'Italia così confinato e irreale da
diventare epico e universale. Tra il mare pressante, che cuoce l'isola di
Lampedusa nella siciliana fede dei ruoli blindati, e la terra di nessuno
di ruderi di case e deserti di roccia e sabbia bianca, c'è la matta da
slegare. Nel ruolo più centrato e intenso della sua irregolare carriera,
Valeria Golino è la madre eccentrica e vitale di tre ragazzini dolci e
ostinati, moglie di un pescatore onesto ma incapace, come tutta la
comunità, di accettare questa spavalda e sana differenza... Tolti certi
indugi paesaggistici della fotografia e qualche colorismo estetizzante dei
costumi, resta un film potente, d'immagini intense: l'attesa che l'acqua
restituisca un corpo, la ricerca vista dal fondo marino, la reinvenzione
del bacio sommerso dell'Atalante... |