C'è una strana verve campanilistica che accompagna l'accostarsi dell'opinione pubblica all'evento-Oscar. I riconoscimenti alla carriera a due maestri come Fellini ('93) e Antonioni ('95) hanno toccato un po' tutti, con commosso rispetto, e, in ogni edizione, si vede riaccendersi un barlume di orgoglioso nazionalismo quando, tra nomination ed Oscar, spunta qualche cognome italiano.
La
categoria costumi, ad esempio, porta bene al nostro cinema; andando a ritroso nel
tempo spuntano i nomi di Gabriella Pescucci (L'età dell'innocenza - 1993), Francesca Squarciapino (Cyrano de Bergerac
- 1990), Milena Canonero (Momenti di gloria - 1981), Danilo Donati (Il
Casanova di F.F. nel 1976 e Romeo e Giulietta nel 1967), Vittorio
Nino Novarese (Cleopatra - 1963), Pietro Gherardi con due film di Fellini
(premio per costumi in bianco e nero), Otto e mezzo (63) e La dolce
vita (61).
Il settore fotografia vanta invece 4 statuette conquistate: il primo premiato fu, nel
'68, Pasqualino De Santis per Romeo e Giulietta di Zeffirelli, gli altri
tre Oscar si riferiscono tutti a Vittorio Storaro, direttore delle luci di
Apocalypse Now (79),
Reds (81) e L'ultimo imperatore (87).
Nel trionfo dei 9 Oscar di Bernardo Bertolucci
(miglior regista e cosceneggiatore) entrarono anche Gabriella Cristiani (miglior montaggio) e la
terna Ferdinado Scarfiotti, Bruno Cesari e Osvaldo Desideri per
la miglior direzione artistica. Quest'ultima sezione annovera anche le vittorie
"ivoryane" di Guido Quaranta ed Elio Altamura (1986: Camera
con vista) e di Luciana Arrighi (1992: Casa Howard),
mentre unico della sua categoria è Carlo Rambaldi, premiato con
l'Oscar per gli effetti speciali
visivi nel '76 (King Kong),
'79 (Alien) e '82 (E.T.).
L'altro mini-trionfo è quello di Roberto Benigni
che con il suo La vita è bella ha fatto un inaspettato tris: oltre all'oscar
per il miglior film straniero si sono aggiunti quello per
la miglior colonna sonora di film drammatico (Nicola Piovani) e quello per
il miglior attore protagonista, consegnatogli, con grande emozione generale, da
una madrina d'eccezione, Sofia Loren.
Completano il quadro, tra le sezioni dei collaboratori, Ennio De Concini, Alfredo
Giannetti e Pietro Germi per la sceneggiatura di Divorzio all'italiana (1962), Pietro Scalia (montaggio di JFK
- 1991), Manlio Rocchetti (trucco di A spasso con Daisy - 1989), Nino Rota (musiche de Il Padrino parte II - 1974), Giorgio Moroder autore delle canzoni di Flashdance
(83) e Top Gun (87), Nicola Piovani coivolto nel trionfo di La
vita è bella.
Infine, tra gli interpreti, oltre a Benigni, solo due donne: Anna Magnani e
Sofia Loren, vincitrici del premio come migliori attrici
protagoniste rispettivamente nel 1955 (La rosa tatuata) e
nel 1961 (La ciociara). Alla Loren l'Academy di Hollywood
ha anche attribuito un Oscar alla
carriera nel 1991 mentre Marcello
Mastroianni ha al suo attivo solo 3 nomination: Divorzio
all'italiana (62), Una giornata particolare (77) e Oci
Ciornie (87).
Ma al di là di questa pletora di riconoscimenti artistici, restano, più specifici come tributi al peso "autoriale" del nostro cinema, le vittorie nella sezione miglior film straniero. Qui, nel confronto internazionale, i nostri 12 Oscar ci pongono al secondo posto dietro alla Francia (13 statuette), ma con un netto distacco rispetto ad altri paesi quali Giappone (4), Spagna, Svezia e Russia (3), Cecoslovacchia, Danimarca, Olanda, Svizzera (2). Ecco l'elenco completo:
1947 - Scuscià di Vittorio De Sica 1949 - Ladri di biciclette di Vittorio De Sica 1956 - La strada di Federico Fellini 1957 - Le notti di Cabiria di Federico Fellini 1963 - Otto e mezzo di Federico Fellini 1964 - Ieri, oggi e domani di Vittorio De Sica 1970 - Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri 1971 - Il giardino dei Finzi contini di Vittorio De Sica 1974 - Amarcord di Federico Fellini 1989 - Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore 1991 - Mediterraneo di Gabriele Salvatores 1998 - La vita è bella di Roberto Benigni |