L'età dell'innocenza (The Age of Innocence)
Martin Scorsese - USA 1993 - 2h 16'

  

    La violenza malavitosa di Mean Steets e Quei bravi ragazzi, la psicosi omicida di Taxi driver e Cape Fear, il crudo cinismo di Toro scatenato. La filmografia di Martin Scorsese, fatta di film acri e incalzanti, lasciava qualche dubbio sulla capacità del regista italo-americano di portare sullo schermo un romanzo sofisticato come quello scritto da Edith Wharton ad inizio secolo ed ambientato nel mondo dell'aristocrazia borghese di New York sul finire dell'ottocento. Invece L'età dell'innocenza, che ha inaugurato a Venezia la 50a Mostra del Cinema, è una piacevolissima sorpresa, una vera folgorazione visiva che ci avvolge per le due ore di proiezione, coinvolgendoci "esteticamente" e sentimentalmente nella passione segreta tra il distinto avvocato Newland Archer (Daniel Day-Lewis) e l'affascinante contessa Ellen Olenska (Michelle Pfeiffer), reduce da un matrimonio fallito con un nobile europeo.
Il tormento nasce dal fatto che Archer è fidanzato con May (Winona Ryder) la giovane e dolce cugina della contessa e che la sua lealtà d'animo gli impedisce di recare offesa alla promessa sposa ed al perbenismo della "nobiltà del denaro" newyorkese. Su questa storia esile, ma d'intenso romanticismo, magistralmente coreografata da una descrizione d'ambienti rigorosa e lussureggiante, Scorsese esalta il gioco sfizioso della trasposizione letteraria sfoderando ricercatezze formali, sinuosi movimenti di macchina, una pulsione sotterranea sentimentale, che quanto più si sottrae ai segni esteriori del desiderio, tanto più si fa toccante nel rimpianto delle occasioni perdute e di una felicità esistenziale solo assaporata. "Ero interessato a raccontare una storia d'amore impossibile scrutando tra le ipocrisie delle convenzioni sociali del tempo. E poi, ambientando il racconto più di un secolo fa, ho provato l'emozione di raccontare una passione senza sesso, dove la trasgressione massima, il delirio d'amore si esprimono nello sfiorare un collo nudo, nel baciare un polso spostando un guanto".
Tra i tentennamenti della love-story e le sicurezze di una tecnica cinematografica straordinaria, le intenzioni di Scorsese si concretizzano in un film di un'emotività pregnante ma sommessa, che, mentre bilancia, in inaspettata scorrevolezza, il romanticismo più struggente con la ricchezza pittorica della messa in scena, contrappone (ambiguamente) l'intima sofferenza di una moralità in crisi e l'ostentata, sottile crudeltà di una classe sociale chiusa in riti "tribali" di formalismo e ipocrisia.

ezio leoni - LUX programma Bitte do you like le cinéma con i sottotitoli? novembre/dicembre 1993


 

rassegna di film in lingua inglese sottotitolati in inglese - gennaio/aprile 2011