Star
Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni |
Qual è la sottile linea di separazione tra una grande
saga e un maxi film-novela? George Lucas sembra divertirsi ad
instillare il dubbio nei fan di Star Wars, esaltando la componente
spettacolare, aggrovigliando la narrazione, cortocircuitando bagliori
d’inventiva e ovvi sillogismi. Svelata e conclusa la mitopoietica della
trilogia iniziale (Guerre
Stellari – L’impero colpisce ancora - Il ritorno dello Jedi), l’ardua impresa del configurare e motivare gli episodi
prequel si era inebriata e solo talvolta appannata in
La minaccia fantasma: da una parte la complessa orchestrazione politica della
Galassia, l’articolata caratterizzazione dell’ordine dei cavalieri Jedi,
l’innesto vivificante del piccolo Anakin, pilota provetto di sgusci
e tassello essenziale nell’entropia della Forza; dall’altra l’intarsio
coreografico-digitale in imbarazzo tra l’esibirsi e il ritrarsi, nonché
qualche concessione di troppo al kitsch caricaturale e al gusto teen-ager
dei video-game.
Atmosfere metropolitane fantascientifiche che rimandano a Blade Runner e a Il quinto elemento, agguati spionistici in stile Bond, paesaggi e avventure dal respiro western, conflitti cruenti che richiamano Spartacus e Il Gladiatore, dispiegamenti di soldati che evocano le oceaniche adunate naziste, apparati bellici incombenti implicitamente segnati dal clima pesante del ruolo socio-politico americano di questi anni…
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ezio leoni La Difesa del Popolo - 26 maggio 2002 |