Star
Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni |
Qual è la sottile linea di separazione tra una grande
saga e un maxi film-novela? George Lucas sembra divertirsi ad
instillare il dubbio nei fan di Star Wars, esaltando la componente
spettacolare, aggrovigliando la narrazione, cortocircuitando bagliori
d’inventiva e ovvi sillogismi. Svelata e conclusa la mitopoietica della
trilogia iniziale (Guerre
Stellari – L’impero colpisce ancora - Il ritorno dello Jedi), l’ardua impresa del configurare e motivare gli episodi
prequel si era inebriata e solo talvolta appannata in
La minaccia fantasma: da una parte la complessa orchestrazione politica della
Galassia, l’articolata caratterizzazione dell’ordine dei cavalieri Jedi,
l’innesto vivificante del piccolo Anakin, pilota provetto di sgusci
e tassello essenziale nell’entropia della Forza; dall’altra l’intarsio
coreografico-digitale in imbarazzo tra l’esibirsi e il ritrarsi, nonché
qualche concessione di troppo al kitsch caricaturale e al gusto teen-ager
dei video-game.
Atmosfere metropolitane fantascientifiche che rimandano a Blade Runner e a Il quinto elemento, agguati spionistici in stile Bond, paesaggi e avventure dal respiro western, conflitti cruenti che richiamano Spartacus e Il Gladiatore, dispiegamenti di soldati che evocano le oceaniche adunate naziste, apparati bellici incombenti implicitamente segnati dal clima pesante del ruolo socio-politico americano di questi anni…
E la ricchezza del percorso diegetico non è da meno: l’ex regina Amidala è minacciata da continui attentati così che Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker, ormai giovane Jedi, le sono assegnati come guardie del corpo. Quando Obi-Wan parte per una missione intergalattica, Anakin le resta (sempre più) accanto, fino al disvelarsi di un amore irrinunciabile. L’azione che coinvolge i protagonisti è quanto di più ricco si sia visto nella storia di Star Wars: Obi-Wan finisce presso un inquietante mondo sommerso (mare burrascoso e pioggia fitta: un elemento nuovo nella saga!), poi su un pianeta roccioso in cui il malvagio conte Dooku (uno jedi che ha abbandonato la retta via e sta organizzando un esercito di droidi contro la Repubblica) cattura lui, Anakin e Amidala, condannandoli a morte in un’arena popolata da mostruose belve aliene. L’arrivo dei cavalieri Jedi prima, delle truppe-cloni poi, dà luogo ad una battaglia memorabile che, assieme all’incalzante sequenza della catena di montaggio, costituisce il momento di più alta tensione del film. Tornano gli avvincenti duelli con le spade laser (con il piccolo Yoda a sfoggiare la sua abilità di maestro Jedi), ma il fulcro narrativo è il nefasto evolversi della figura di Anakin: quando prova inutilmente a salvare la madre, rapita e seviziata dai crudeli predoni Tuskan, il dolore per la perdita subita lo porta ad una furibonda ed impietosa strage. Il radioso finale, con R2-D2 e C3-PO a far da testimoni alle nozze di Anakin e Amidala, è solo apparentemente rasserenante: per il giovane Skywalker il lato oscuro della forza è ormai alle porte… |
ezio leoni La Difesa del Popolo - 26 maggio 2002 |