ARTHUR PENN
piccoli, grandi protagonisti del malessere americano

   Le origini teatrali di Arthur Penn (1922-2010) si ritrovano nel suo secondo lavoro, Anna dei miracoli (1962), ma per mettere in luce le caratteristiche del suo cinema bisogna ritornare all'opera d'esordio, Furia selvaggia - Billy Kid (1958). Billy è l'archetipo dei suoi protagonisti, ribelli e insicuri, solitari e disadattati e già Penn delinea il suo sguardo demitizzante su realtà socialmente marginali ed il suo stile raffinato, intellettualistico ed accattivante al contempo.
Se con
La caccia (1966) il dramma civile si fa appassionato, è con Gangster Story (1967) che Penn si consacra tra le grandi firme della New Hollywood, dipingendo un quadro dell'America anni '30 ove trova eco il malessere giovanile della fine degli anni sessanta e in cui l'approccio psicologico anticonvenzionale (specie nel rapporto tra Clyde Barrow e Bonnie Parker, due straordinari Warren Beatty e Faye Dunaway), la frenesia della violenza e un uso sapiente della tecnica cinematografica (un montaggio serrato, il ricorso al rallenty, l'intensità dell'impasto cromatico) fanno assurgere la pellicola ad icona di un cinema d'autore pregnante e innovativo.
Se
Alice's Restaurant (1969) sfrutta l'onda trasgressiva del tempo per una ballata pop che resta famosa per la visita di Arlo Gurthie e suo padre Woody in ospedale, Piccolo grande uomo (1970) è un altro titolo cardine della filmografia di Arthur Penn. Il film ribalta di continuo il punto di vista uomo bianco-pellerossa e riassume in una magniloquente epopea tutte le contraddizioni dello spirito della frontiera e dell'approccio dell'industria cinematografica USA al genere western.
La maturità di Penn è comunque forse rintracciabile in due film successivi
Bersaglio di notte (1975) e Gli amici di Georgia (1981). Da una parte una detective story in cui alla complessa ambiguità dell'indagine corrisponde l'intrinseca, caotica criticità dei rapporti umani. Dall'altra un racconto di intensa nostalgia, in equilibrio tra dramma e commedia nell'accompagnare l'educazione sentimentale di tutta una generazione, defraudata delle illusioni e alla disperata ricerca di affetti e valori aggreganti. (e.l.)

cinema invisibile TORRESINO febbraio-giugno 2011