L’inseguimento di un giovane evaso (Robert Redford) scatena tutte le tensioni che covano sotto la finta armonia di una cittadina del Texas: l’arroganza dei ricchi, le contraddizioni della legalità, il ricatto morale che pesa su chi non ha perso del tutto la propria dignità. Una sceneggiatura spesso «ampollosa e troppo esplicita» di Lillian Hellman (da un romanzo, poi testo teatrale, di Horton Foote) limita l’efficacia drammatica dell’insieme, ma non la forza di alcune scene: l’incendio del deposito, il pestaggio dello sceriffo (Marlon Brando), l’uccisione del prigioniero che ricorda quella di Oswald da parte di Jack Ruby. Pesantissimi gli interventi del produttore Sam Spiegel che tagliò la descrizione della vita dei negri (pensati come controcanto al ruolo dei bianchi) e ridusse il ruolo di alcuni personaggi tra cui quello della moglie dello sceriffo (Angie Dickinson). |
Dizionario dei film – a cura di Paolo Mereghetti |
cinema invisibile TORRESINO febbraio-giugno 2011 - A.PENN: piccoli, grandi protagonisti del malessere americano