The Iron Lady
Phyllida Lloyd - Gran Bretagna
2011
- 1h 45' |
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miglior attrice protagonista - MERYL STREEP |
Bette
Davis e Katharine Hepburn non avranno pace pensando che Meryl Streep, con
una bravura ormai inqualificabile, ha soffiato loro un ruolo meraviglioso,
quello di Margaret Thatcher prima donna pubblica amata ma più che altro
odiata dal 1979 al '90, quota rosa con filo di perle e rovi di cotonatura,
ministro e poi capo di un governo british di maschi, pure ironici perché
la signora aveva umili origini di bottegaia, sapeva far la spesa ma senza
esser casalinga. [...] Il film, proprio come avesse anch'esso un po' di
demenza senile, va avanti indietro nel tempo, prediligendo la senilità,
nello sguardo perso della Streep che inizia facendosi mandare a prendere
il latte ma poi torna agli splendori di un premier che non ha mai smesso
di essere anche madre e moglie. [...] Il piacevole film di Phyllida Lloyd,
che lascia l'isola greca di
Mamma mia!,
sceneggiato da Abi Morgan (Shame)
consapevole o no finisce per essere un'agiografia della signora oggi
86enne ritirata ma sempre col suo tè come la signora Miniver. La regista
non ha visioni alternative se non la biografia alla Madame Curie corredata
di mini gloria quotidiana e cene coi grandi del mondo. Ma
The Iron Lady
è solo lei, Meryl dei miracoli, tutto il resto passa e va in modo
convenzionale. Parallelo alla
Queen
di Frears con Helen Mirren, ecco un'altra donna cosmico storica,
potentissima, che la Streep rende nonna truccata, affabile, precisa nella
svagatezza del gesto e nel solco delle rughe, nei movimenti incerti, nella
mano ossuta e nella penombra della demenza che rimuove i peccati. Come si
fa a non darle l'Oscar? |
Maurizio Porro -
Il Corriere della Sera |
Ma
è davvero lei? È proprio Meryl Streep? La domanda affiora fin dalla prima
sequenza di
The Iron Lady,
il biopic di Phyllida Lloyd su Margaret Thatcher. [...] Si fa davvero
fatica a riconoscere l'attrice dietro la verosimiglianza del personaggio.
Il mimetismo di Meryl Streep è impressionante: un lavoro di
immedesimazione non solo fisica e fisiognomica ma anche vocale, gestuale,
psicologica e caratteriale che le è valso la 17esima nomination all'Oscar
della sua carriera. Ma
The Iron Lady
non è un 'biopic' tradizionale. Non ricostruisce la biografia della "lady
di ferro" in ordine cronologico. La sceneggiatura di Abi Morgan, anzi, è
tutta incentrata sul presente. [...] Il film procede così: il grigiore
dignitoso del presente è attraversato da schegge e frammenti di passato
che rievocano la vita e la carriera della 'lady di ferro', l'ambiziosa
figlia di un droghiere divenuta leader del partito dei Tories e poi primo
ministro di sua Maestà britannica. Tutto - presente e passato - è filtrato
dal punto di vista della protagonista. Tutto è assolutamente
soggettivizzato. Tutto è inquadrato dall'angolazione prospettica di
Margaret Thatcher. Il che ha un duplice effetto: da un lato favorisce
l'identificazione dello spettatore con il personaggio, dall'altro lato
azzera qualsiasi prospettiva critica su di esso. E qui sta il punto. O il
paradosso: un film come
The Iron Lady
non può che farti simpatizzare con il personaggio interpretato da Meryl
Streep, quali che siano le tue opinioni e forse anche le tue convinzioni
su Margaret Thatcher e sulla sua politica. Da un lato, di fronte a questa
donna anziana, che vede svanire attorno a sé gli affetti di una vita, e
sente l'approssimarsi del declino e della morte, non puoi non provare una
sorta di affratellamento 'creaturale'. Poi però, quando in un flashback la
rivedi seduta nella sua poltrona mentre strapazza - lei, unica donna - i
valorosi generali britannici in piedi, chiedendo loro un intervento
rapidamente risolutivo del conflitto alle Isole Falkland, non puoi che
sentire un empito di simpatia. |
Gianni Canova - Il Fatto Quotidiano |
Margaret
Thatcher, la sola donna nel nostro Occidente diventata Primo Ministro. E
in un Paese come la Gran Bretagna scopertamente maschilista, classista
anche oggi (è figlia di un droghiere) e quasi morbosamente legato alle
tradizioni, chiuso perciò al nuovo e a tutto quello che sembra
infrangerlo. Ci ha raccontato la sua vita straordinaria, fino ai giorni
nostri che l'hanno vista quasi ritirarsi in se stessa, una nota
sceneggiatrice inglese, Abi Morgan (Shame,
con Steve McQueen) in collaborazione con una regista, Phyllida Lloyd,
salutata al suo esordio con
Mamma mia!,
protagonista Meryl Streep, da molti premi e festosissimi consensi. [...]
Si segue, ci si può anche commuovere. Quel carattere al centro è scolpito
con forza, e così le altre figure che lo attorniano, a cominciare da
quella dell'amatissimo consorte sempre 'vivo' e presente. I climi sono
asciutti, mai retorici, le immagini sono nitide e semplici, all'insegna di
uno stile piano. Il grande merito del film, però, è nella recitazione
stupenda di Meryl Streep, per la seconda volta con il supporto della
regista Phyllida Lloyd. Autentica, sincera, somigliante specie, grazie
anche al trucco, con il passare degli anni e l'avanzare della malattia. Mi
spiace solo di averla sentita doppiata. Sono certo che lei, americana, con
il Queen's accent avrà fatto prodigi. |
Gian Luigi Rondi - Il Tempo |
promo |
Oggi
ottantenne, Margareth Thatcher, già primo ministro britannico dal
1979 al 1990, fa colazione nella sua casa londinese a Chester
Square. Il marito Denis è morto ormai da molti anni ma la
decisione di sgombrare finalmente il suo guardaroba la mette in
forte stato di agitazione. Mentre si accinge a dare inizio alla
giornata, l'uomo le appare vero, amorevole e rispettoso come
quando era in vita... In realtà l'anziana donna sostiene di
sentirsi benissimo e non dice al dottore di quel continuo
incombere dei ricordi che ormai popola ogni sua giornata.
Margareth lotta contro l'incalzare del passato, con una vita
presente forse meno ricca ma non meno degna di essere vissuta.
Figuriamoci se Una grande attrice come la Streep e una regista
come Plillida Lloyd non potevano lasciarsi sfuggire un personaggio
così eccitante, un’anziana donna che sì perde nei ricordi e si
estranea dal presente e che è stata uno dei personaggi più potenti
del mondo con una vita di ambizione, ascesa, imperio, trionfo, poi
di sconfitta e rinuncia, ma anche d’amore, di vita, domestica e
familiare. |
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LUX
- marzo 2012 |
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