La sorgente dell'amore
(La source des femmes)
Radu Mihaileanu -
Belgio/Francia/Italia
2011
-
2h 5' |
Attenzione:
favola. Quando un regista infila un Grande Tema nel calco della fiaba,
vien voglia di ammonirlo. L'astrattezza è in agguato, la dimostrazione
incombe. La sorgente dell'amore dribbla il rischio a forza di
intelligenza, colore (e tempismo: si allude alle primavere arabe), ma solo
in parte. Certo, ambientare lo sciopero dell'amore di Lisistrata in un
imprecisato villaggio magrebino è un'ottima partenza. Far innescare una
piccola rivoluzione alle donne, stufe di caricarsi ogni giorno pesanti
secchi d'acqua (pagandola cara in salute), è una scelta feconda, tanto più
che Mihaileanu mescola con divertimento moderno e fiabesco, arcaico e
tecnologico (e parla apertamente di aborto). Le attrici poi sono
straordinarie, i numeri musicali valgono da soli il biglietto, la scelta
di girare tutto in arabo è ammirevole. Anche se la forza dei temi, il brio
dello spettacolo, il punto di vista femminista, non fugano del tutto il
vago sapore d'artificio dei personaggi, azzeccati ma molto tipici e
funzionati alla trama. |
Fabio Ferzetti -
Il Messaggero |
Quarto
film per il rumeno Radu Mihaileanu. Dopo
Train
de vie
che lo ha rivelato, seguito, quasi con identico successo,
da
Vai e vivrai e
dal
Il concerto,
tutti, con alcune varianti, costruiti su temi legati alle persecuzioni
razziali cui il regista, di famiglia ebraica, si è sempre dimostrato
sensibile, arriva adesso, un tema diverso, pur non troppo distante da
argomenti confinanti con le persecuzioni: quello degli uomini che, ancora
oggi, secondo costumi molto diffusi nei paesi arabi, impongono alle donne
una lunga serie di divieti anche per farsene meglio servire. [...]
Mihaileanu ha studiato molto da vicino queste donne, ha seguito,
cesellandole, le reazioni che aveva scritto per loro, vi ha costruito
attorno anche vicende secondarie, pensando sempre però ad un unico
concetto: la liberazione della donna in una società che, male
interpretando l'Islam, tende a ridurla metà serva sempre in casa e metà
fattrice di figli, anche se resta fredda. Non ha fatto però un film
didascalico, neanche quando la polemica è vibrata. Ha studiato
attentamente gli aspetti psicologici dei personaggi, con figure positive o
comunque non del tutto negative anche sul versante degli uomini, ha
mescolato al dramma qualche sorriso e ha fatto in modo che il racconto si
snodasse con scioltezza, tra autentici sapori di cronaca sempre asciutti
anche quando certi snodi tendono a provocare commozioni. La stessa
autenticità negli interpreti, scelti con cura fra noti professionisti di
origini soprattutto marocchine.
|
Gian Luigi Rondi - Il
Tempo |
promo |
In un
villaggio tra l'Africa del Nord e il Medio Oriente, la tradizione
vuole che siano le donne a recarsi a prendere l'acqua alla
sorgente, anche d'estate, con il sole a picco e tutta quella
strada da fare. Leila, una ragazza appena sposata, propone alle
sue compagne uno sciopero originale, l'unico che è loro possibile:
non faranno più l'amore! Niente coccole o sesso con i loro mariti
fino a che non si decideranno a risolvere il problema di portare
l'acqua al villaggio. Un film nobilmente anti fondamentalista, una
storia metaforica e ricca di contenuti che mira a raccontare un
Islam diverso, che trova nelle donne le punte di diamante per un
cambiamento possibile. Un cast eccezionale tra cui emerge la
bravura di Biyouna, la cantante algerina che nel ruolo di Vecchia
Lupa guida i canti e supporta il personaggio di Leila: una
Sherazade sempre in lotta non solo per se stessa, ma per il futuro
di tutte le donne. |
cinélite
giardino
BARBARIGO:
giugno-agosto
2012
|
DONNE PROTAGONISTE |
|
LUX
- marzo 2012
|
|