Il segreto di Esma (Grbavica)
Jasmila Zbanic - Bosnia-Herzegovina 2006 - 1h 30'

ORSO d'oro - BERLINO
Premio della Giuria Ecumenica
premio Film per la Pace

 

        Forse non è così segreto, il segreto della povera Esma. E comunque non si fa peccato a rivelarlo perché il fatto, in sé atroce, non è la rivelazione del film, bensì l'innesco di una storia famigliare di amore, sofferenza e redenzione. Adolescente ribelle, Sara vuole andare in gita scolastica con lo sconto. Per ottenerlo, deve dimostrare con tanto di certificato che il padre era quello che sua madre, Esma, le ha sempre detto, un eroe caduto in battaglia. La verità è un'altra.
Durante la guerra di Bosnia, la donna è stata violentata da un anonimo serbo a Grbavica, il quartiere di Sarajevo che dà il titolo originale al film. Lei vorrebbe risolvere pagando per intero la quota; invece la situazione precipita, obbligandola ad ammettere la menzogna. Con effetti, forse, liberatori per entrambe.
Orso d'oro alla Berlinale di quest'anno (l'adattamento italiano è curato da Carlo Di Carlo), un film bosniaco che coniuga molte virtù: semplicità e realismo, autenticità, assenza di retorica unita a partecipazione emotiva. Il valore aggiunto del
Segreto di Esma, però, è un altro. Ed è il fatto che, nel raccontare la storia emblematica di una generazione che lotta alla ricerca di un equilibrio, la regista Jasmila Zbanic non assume mai atteggiamenti consolatori per mandarci a casa fiduciosi e contenti. Se avviene, la catarsi resta chiusa all'interno del piccolo nucleo famigliare; ma le due donne vivono in una Sarajevo tuttora desolante e ostile. Grande interpretazione di Mirjana Karanovic, già attrice per Kusturica.

Roberto Nepoti - La Repubblica

        Come si vive, o si sopravvive, nell'ex-Jugoslavia del dopoguerra? Da quando esiste il cinema, ogni volta che un paese esce da un'esperienza devastante nel giro di pochi anni arriva una nuova generazione di registi a raccontarlo.
Nella patria di Tito le cose devono essere più complicate perché tolti alcuni sporadici exploit stiamo ancora aspettando. I grandi si autocelebrano (Kusturica), emigrano (il Tanovic de
L'enfer ) o vengono emarginati (vedi il Paskaljevic de La polveriera: che fine ha fatto il magnifico e durissimo Sogno di una notte di mezzo inverno, del quale parlammo giusto due anni fa da Viareggio?).
I giovani invece stentano ad affermarsi, per cui auguriamoci che il meritato orso d'oro vinto a Berlino dall'esordiente Jasmila Zbanic
film successivo in archivio apra qualche porta. Sarebbe ora.
Il segreto di Esma, una donna come tante che si arrangia nella Sarajevo di oggi, è un segreto solo per sua figlia Sara, una ragazzina sui 14 anni che vive nel culto del padre eroe di guerra. Lo spettatore infatti ci mette poco a capire cosa nascondono i tranquillanti e le reazioni incontrollate che assalgono Esma alla vista di certi personaggi sinistri. Quel padre non c'è mai stato, Sara è figlia di uno stupro etnico. E possiamo capire che sua madre non abbia mai trovato il cuore di dirglielo, anche se per lei e la sua felicità darebbe tutto quello che ha. Intanto però Sara cresce da maschiaccio, a scuola i compagni chiacchierano, Esma deve affrontare situazioni sempre più umilianti e spesso pericolose per assicurare una vita decoro alla figlia. Anche se ora a darle conforto e proteggerla pensa un tipo coinvolto in giri non sempre pulitissimi ma sincero, perbene. E abbastanza realista da abbordarla con una battuta memorabile nella sua assurda normalità ("Dove ci siamo già visti? Al reparto identificazione post mortem?"). Al di là dell'intreccio, non sempre imprevedibile ma teso e ben orchestrato come in un film di
Ken Loach, i pregi del
Segreto di Esma stanno infatti nello sguardo quieto, morbido, obliquo, che la regista posa sui suoi personaggi. Accordando un'attenzione penetrante ai turbamenti della giovane Sara, ma cavando tesori di sensibilità soprattutto dal personaggio della madre (la grandissima attrice Mirjana Karanovic, vista anche in diversi film di Kusturica).
Pensiamo ai suoi rapporti con le amiche, a quella terapia di gruppo che frequenta un po' per guarire un po' per incassare l'indennizzo del governo. Mentre uno stillicidio di segnali allarmanti e facce da galera (vedi l'incontro con l'ex-ufficiale e criminale di guerra, oggi riciclatosi in ricco e potente capobanda, che apostrofa con uno sprezzante "intellettuali!" gli ex-commilitoni riottosi) ci ricorda come dev'essere la vita quotidiana in un paese dove il passato è presente e l'orrore sempre dietro l'angolo.

Fabio Ferzetti - Il Messaggero

 

promo

Esma è una delle ventimila donne «senza nome» stuprate in Bosnia durante la guerra e Grbavica, titolo originale di questo film bello e utile di Jasmila Zbanic, è il quartiere di Sarajevo usato come campo di tortura sotto il controllo serbo. Nella città, dopo 11 anni, una madre e una figlia, Esma e Sara, tentano faticosamente, con pochi soldi del posto di cameriera, la ricostruzione morale e materiale che sarà resa possibile solo quando la donna confesserà il suo segreto... Ma non è tanto la natura del "segreto", facilmente intuibile, a interessare, quanto la descrizione suggestiva del contesto e delle dinamiche umane che lo caratterizzano. Una storia che parla di colpe e rimorsi, che illustra la decadenza e la tragedia di un mondo in cui le nuove generazioni lottano ancora, con sofferenza, alla ricerca di un proprio equilibrio.

TORRESINO novembre 2006
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