Scritto, diretto, interpretato da John Turturro, Gigolò per caso; direttore della bella, intensa fotografia Marco Pontecorvo (figlio di Gillo), che accende di colori fiammeggianti le stradine della New York cara a Woody Allen e colma di ombre lucenti gli appartamentini dei suoi personaggi; al montaggio un'altra italiana, Simona Paggi. Un film delicato, romantico, ironico, molto per bene, quel tipo di commedia elegante che può avere come sfondo solo i quartieri creativi e popolari di quella città. Potrebbe benissimo averlo scritto lo stesso Woody Allen, soprattutto il suo personaggio cinico e pasticcione, bonario e calcolatore. Nessun cinegigolò è mai apparso così serenamente asessuato di Turturro, più benefico soccorritore che prostituta, restando indimenticabile ovviamente quello drammatico e dolente di Richard Gere diretto nel 1980 da Paul Schrader. In cinetempi di decantati capolavori porno, pare riposante e intelligente che una storia di sesso mercenario sia così pudica, e cosi intense e pure le sue storie d'amore. |
Natalia Aspesi - La Repubblica |
Il quinto film del molto italo americano Turturro, icona dei Coen e di Spike Lee porta la firma, invisibile nei titoli inequivocabile nell'humour, anche di Woody. Inutile dire che le parti in cui egli è presente sono le più spiritose di una storiella che si regge sull'«understatement» del dialogo e su una tripla satira: dei gigolò stalloni, del sesso superstar e della ortodossia chassidica (come in Un'estranea tra noi di Lumet) che controlla il comune senso del pudore di Brooklyn, presente nel film con la vedova di un rabbino che sarà poi il casus belli di un processo yiddish a porte chiuse e della fine dello sgangherato commercio. O no? Divertente perché il 52enne, casto Turturro è il contrario di un play boy e Allen il contrario di un pappone, quindi vedono la cosa a distanza di parodia grottesca, schizzando tre buffi ritratti femminili: la bentornata giovane Sharon Stone che ha siglato il patto col Diavolo, dermatologa con bisogni non comuni, seguita a ruota dalla spudorata Sofia Vargara e da Vanessa Paradis nel ruolo dell'intransigente religiosa che non stringe mani. Woody è come e più di sempre un omino sperduto a New York in cerca di difesa, stavolta anche dal ceppo severo dell'ebraismo, figurato da Lev Schreiber, chiaro bersaglio del poco osservante attore che ritrova la leggerezza di alcune sue commedie aggiungendo un tocco da favola urbana. Poiché il regista, che sarà nel prossimo Moretti, ama l'Italia e le sue musiche (come dimostrò in Passion) la colonna sonora è ricca di un repertorio folk e da rotonde sul mare. |
Maurizio Porro - Il Corriere della Sera |
Azzardata l'idea alla base del nuovo film sceneggiato e diretto (quinta regia) dall'attore John Turturro: chissà come gli è venuto in mente di impersonare - lui che di certo non possiede il fascino felpato del memorabile American Gigolo Richard Gere - una figura di amante prezzolato? Sia pur Gigolò per caso, sia pur Fading (sfiorito) Gigolo come sottolinea il titolo originale? E non finisce qui. Pensare a Woody Allen per un ruolo di pappone è di per sé lunare, ma ancor più lunare è che il grande cineasta, notoriamente restio a recitare in pellicole altrui, abbia accettato la proposta, arrivata a quanto si dice su mediazione di un barbiere in comune. In ogni modo, considerato il risultato, Woody ha fatto ben a concedere fiducia al collega: il personaggio che si è costruito addosso, collaborando senza firmarlo al copione, è uno dei suoi migliori; e forma coppia ben assortita con lo schivo protagonista che Turturro, in omaggio alle sue origini, ha ritagliato nel registro di un'italianità accattivante e mai banale. (...) Ambientata in una Brooklyn senza tempo e multietnica - Murray vive con una famigliola nera - e punteggiata di una colonna sonora jazz in puro stile Allen, Gigolò per caso è una deliziosa piccola commedia, impregnata di garbato umorismo e soffusa di gentilezza d'animo. |
Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa |
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Fioravante (John Turturro) è un uomo sensibile e solitario che lavora in un negozio di fiori e conduce una vita modesta e senza ambizioni. Murray (Woody Allen) è un commerciante di libri nervoso e traffichino, attratto dal guadagno facile. I due sono amici per la pelle e, per guadagnare un po' di soldi extra, decidono di mettere su una bizzarra società: grazie alla sua capacità di capire le donne e all'abilità di attirare la loro attenzione pur non essendo un adone, Fioravante vestirà infatti i panni del gigolòl, mentre Murray farà il manager e gli procurerà le clienti… Azzeccati i ritratti femminili messi in scena da Sharon Stone, Sofia Vargara e Vanessa Paradis ma la forza del film è tutta nella performance dei due protagonisti: Allen, tornato alla comica ironia dei suoi esordi, caustico e furbo, senza più l'amaro in bocca dei suoi film più recenti, Turturro, composto e privilegiando i mezzi toni, anche quando si innamora. Una deliziosa piccola commedia, impregnata di garbato umorismo e soffusa di gentilezza d'animo. |
LUX - maggio 2014 |