Grace di Monaco (Grace of Monaco)
Olivier Dahan - Francia/Italia 2014 - 1h 43’


  Un Charles De Gaulle nasone, che pure dovrebbe essere preoccupato per i fatti d'Algeria, ce l'ha con la principessa Grace di Monaco perché vuole tornare al cinema, e fa circondare il principato dai carri armati, minacciando il principe Ranieri di invadere i due chilometri quadrati del suo regno se non la smetterà di non far pagare le tasse ai tanti francesi che vi si stabiliscono tra gli orribili casinò. Intanto pur lacrimando sulla sua noiosissima vita, Grace ex Kelly diventa detective e tutta vestita di nero come un topo d'albergo (Caccia al ladro?) scopre che la cognata Antoinette, sorella maggiore di Ranieri, sta tramando per deporlo e diventare lei reggente: e riesce a condannarla all'esilio, comunque in Costa Azzurra. Questa storia è vera, anche se non accadde nel 1962, ma negli anni 50, quando fu messa in giro la voce che l'allora fidanzata del principe, l'attrice Gisèle Pascal, era sterile: senza eredi, Monaco sarebbe tornata alla Francia. Questo per dire l'accuratezza storica, per quanto si tratti di storia minima, di Grace di Monaco, diretto da Olivier Dahan (La vie en rose). Ma per il resto, perché no? Bellissimi paesaggi, bei vestiti, molti graziosi cappelli, gioielli, decorazioni, e soprattutto Nicole Kidman, che se non ha la dolcezza perlacea di Grace Kelly, è comunque bellissima, e nell'insensatezza del ruolo, brava.

Natalia Aspesi - La Repubblica

  Somerset Maugham, che sulla Costa stava di casa, definì Monaco un luogo «sunny» (solare) per gente «shady» (che se ne sta nell'ombra): ovvero gente di ambigua reputazione come il tycoon greco Onassis che di Montecarlo, tramite la Société des Bains de Mer, controllava Casinò e hotel di lusso. Ma i conti non tornavano, nei primi Anni 50 la leggenda del piccolo principato era in declino, occorreva rilanciarne l'immagine. E a rilanciarla fu proprio il matrimonio del Principe Ranieri III con Grace Kelly, giovane diva all'apice della fama per avere infilato alcuni memorabili film fra cui gli hitchcockiani Delitto perfetto, Finestra sul cortile e Caccia al ladro. Stando alle biografie, quella favola romantica fu programmata a tavolino. La posta in gioco era la sopravvivenza del regno e Grace si dimostrò la scelta giusta perché, oltre a emanare glamour hollywoodiano, proveniva da un'ottima famiglia di fede cattolica; perché aveva forza di carattere, fascino e una delicata bellezza stile High Society che la rendeva perfetta a sostenere nella vita un ruolo regale. Tutto questo il biopic Grace di Monaco (...) lo adombra e riassume nella cronaca di un anno fatidico, il 1962: quando la Kelly in nome della ragion di stato rinunciò a tornare a recitare con Hitch in Marnie (...). Sullo schermo la principessa, il principe e i vari comprimari si muovono sulla base di un copione che rivisita i fatti in chiave romanzesca, mettendo in scena complotti di corte e turbolenze familiari. Eppure, sebbene giudicata fasulla e farsesca dagli eredi Grimaldi, la pellicola non è assolutamente irriverente nei confronti della coppia monegasca: anzi, tralasciando i possibili accenni alle crisi e agli amori extraconiugali dei due, il film di Olivier Dahan ha semmai il difetto opposto di essere giocato su un registro edificante, come congelato in una sorta di reverenza mistica nei confronti della protagonista. Fortuna che Nicole Kidman, grazie a un'interpretazione di convincente spessore, provvede per quel che può a riscattare il personaggio dalla melassa.

Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa

  Quando Grace Kelly, il 'ghiaccio bollente' di Hitchcock a Hollywood, incontra sua maestà Ranieri di Monaco, assillato dal bisogno di un erede per impedire che la Francia si mangiasse il Principato, l'amore diventa una strana cosa e il matrimonio kolossal l'inizio di un conflitto di vocazioni, norme, destini. Lei, una delle donne più belle del mondo, diventa la diva principessa. Lui, in crisi finanziaria per le tasse pretese da De Gaulle, il principe assediato dal cinema (che rivuole Kelly). Anche dai racconti delle nostre mamme si sa che la fiaba era un bastone storto raddrizzato nel corso del tempo dal sacrificio regale di Grace, che lasciò andare via, assai giovane, più che una carriera un talento vero da crescere, accettando di 'imparare', tra ribellioni e litigi, il ruolo definitivo della sua vita, che prevedeva la dedizione per la casata, per suo marito e per i figli, in particolare per l'erede Alberto. Insomma, se diventi principessa con la coroncina tra i capelli, la fascia di bandiera sulle spalle e le cene solenni con i capi di governo non puoi andare in giro per gli schermi del mondo a interpretare una cleptomane frigida risvegliata dal fascino di 007 (la parte di Marnie, che Hitchcock le offrì provocando un dissidio matrimoniale e di Stato). (...) In Fondo, sembra corretta la tesi del film d'apertura di Cannes 67 Grace di Monaco, di Olivier Dahan, cineasta esperto in biografie femminili tormentate (La vie en rose su Edith Piaf). Nicole Kidman ce la mette tutta sperando di firmare il prossimo Oscar, fotografata in primi e primissimi piani (alla Hitch) che dovrebbero risuonare nell'ambiguità tra cinema e realtà, anche se proprio non le riesce di farci sentire nel suo volto, nei suoi occhi, quelli di Grace. Spara se stessa, dimentica la generosità dell'attore. Nei momenti migliori di un melodramma d'autore con cadute di celebrazione da santino nel finale, ci si commuove anche, per esempio quando al ballo della Croce Rossa, che sancì la pace con la Francia, davanti all'esibizione della Callas (un'improbabile Paz Vega) Grace capisce la perdita definitiva della sua vita da artista. Tim Roth (...) è un Ranieri che non ci si crede, ma si crede invece alla 'cricca' di Montecarlo, Onassis compreso, che gioca tutto per difendere i privilegi fiscali che durano ancora oggi. Per non sbagliare, c'è un cartello prima del titolo: un film di finzione tratto da una storia vera. Ma la storia vera è quella di un mito: Grace Kelly. Le aspettative sono alte, la verità è contesa e la fiaba un bisogno più forte della verità.

Silvio Danese - La Nazione

      



promo

Nel 1956 la celebre star del cinema Grace Kelly abbandona una promettente e brillante carriera a Hollywood per sposare il principe Ranieri di Monaco. Sei anni dopo la celebrazione del "matrimonio del secolo", la celebre principessa si dibatte nel tentativo di conciliare il desiderio di tornare ad apparire sul grande schermo grazie a un ruolo offertole da Alfred Hitchcock e il suo nuovo ruolo di madre di due bambini, moglie del Principe Ranieri III e regnante su un Principato europeo che Gaulle minaccia di annettersi con l'uso della forza... Poteva essere un polpettone insostenibile ma, grazie anche alla splendida interpretazione di Nicole Kidman, ne esce un elogio del pragmatismo americano incarnato da Grace Kelly rispetto ai bizantinismi della politica europea. Una Grace ovviamente idealizzata: una principessa-donna sola e triste nella sua torre d'avorio, per la quale il lavoro diplomatico che la coinvolge è anche un modo di riconquistare la stima e l'amore del marito.

film precedente presente sul sito

 LUX - maggio/giugno 2014

film successivo presente sul sito