Tracks - Attraverso il deserto
John  Curran - Australia 2013 - 1h 55’


  Oggi nota scrittrice e antropologa, nel 1977 Robyn Davidson era una giovane donna che «non sentendosi di casa da nessuna parte» decise di perdersi nella solitudine di quel nowhere che è il deserto. Ispirandosi al suo libro Tracks (...) il cineasta americano John Curran ha realizzato un film girato nei luoghi veri con una troupe tutta «aussie». Dove spicca la direttrice di fotografia Mandy Walker che per la chiave visiva si è ispirata al reportage con cui Rick Smolan (Adam Driver), su incarico di National Geographic, immortalò momenti salienti del viaggio. Ma lungi dal correre il rischio di sembrare un documentario commissionato dalla prestigiosa rivista, Tracks immerge nella suggestione di un paesaggio e di una cultura (l'aborigena) ancestrale suggerendo l'idea di un'avventura interiore. Molto si deve alla concentrata interpretazione di Mia Wasikowska, molto a un regista capace di restituire il meglio dello spirito Anni Settanta: niente telefonini e internet, niente paura del futuro, e una gran voglia di inventarsi la vita.

Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa

  Tracks (...) non è un Into the Wild al femminile, semmai ne è il suo rovescio. Infatti non si conclude con la morte ma con la rinascita della protagonista (l'ottima Mia Wasikowska, un po' adolescenziale per la parte), che aveva ragioni molto personali per intraprendere un'avventura simile. La Davidson aveva già rievocato tutto in un bel libro, Orme (pubblicato da Feltrinelli). Ma Curran, pur non uscendo mai dalle convenzioni del cinema ben fatto (molto ben fatto), riesce a restituirci un senso dell'avventura ormai fuori corso. E illumina questo viaggio, che è anche e soprattutto interiore, con una finezza, un rispetto, un'eleganza assai poco comuni nelle grandi produzioni. Riportandoci anche verso quella che fu l'ultima epoca in cui era possibile ribellarsi senza necessariamente finire sotto i riflettori del villaggio globale. Bei tempi. Alla fine il sentimento dominante del film non è l'avventura. È la nostalgia.

Fabio Ferzetti - Il Messaggero

  Tracks mette in scena la storia sulla base del libro che ha scritto Robyn a Londra, mentre era ospite di Doris Lessing, dopo che il servizio del National Geographic aveva suscitato un forte interesse. Per Robyn accettare che nel suo lungo viaggio debba ogni tanto incontrare il fotografo è quasi uno smacco, ma è il prezzo da pagare per conseguire il suo obiettivo, costruito con due anni spesi accudendo cammelli per imparare come rapportarsi a quegli animali e per prendere confidenza con le asperità del deserto. Si soffre con lei durante il viaggio, si sta sulle spine per quel momento di necessità sessuale animalesca che riesce a soddisfare con la collaborazione dell'unico essere umano che può arrivare a sapere dove sia. Poi ci sono gli aborigeni, con le loro terre sacre, i loro riti, pronti però a riconoscere Robyn come una di loro seppure diversa, quindi complici nel darle una mano, nel consentirle ciò che per altri è precluso, con una tenerezza e una comprensione lontana dalla nostra presunta civiltà. Maestri di vita. Lungo il cammino dovrà dire addio al suo cane, superare prove durissime, sfiorare la follia, ma alla fine, dopo nove lunghissimi mesi l'acqua dell'oceano sarà lì, davanti a una festante Robyn, immortalata da Rick che l'ha raggiunta appositamente. Molti tentativi erano stati fatti per tradurre Tracks in film, tutti falliti. Poi sono arrivati John Curran e soprattutto Mia Wasikowska per concretizzare il progetto. Lei, attrice australiana con trascorsi hollywoodiani (indimenticabile Alice per Tim Burton) si è fiondata in una produzione difficile per un film ostico e una storia borderline. Praticamente una sfida, forse non così estrema come quella della vera Davidson, ma comunque molto impegnativa e ricca di implicazioni. E alla fine la sua sfida personale è stata vinta, con la stessa caparbietà e sensibilità femminile del personaggio che interpreta, perché riesce davvero a far vibrare lo spettatore che prova un'empatia particolare, pur sapendo che ci sarà il lieto fine perché così è davvero finita la storia. E accanto a lei Adam Driver, giovane fotografo chiamato a supportare l'inarrestabile giovane donna impegnata nell'impresa della vita. Testimone di qualcosa che, nel suo ambito, farà storia.

Antonello Catacchio - Il Manifesto

      



promo

La scrittrice Robyn Davidson compie un viaggio epico da Alice Spring attraverso il deserto Australiano fino all'Oceano Indiano. Percorrendo 2700 chilometri accompagnata dal suo cane e quattro cammelli, la donna affronta zone selvagge e inesplorate. L'avventura, che ha rivelato la capacità di Robyn di affrontare la solitudine e le condizioni più estreme, è ripresa da Rick Smolan, fotografo del "New Yorker" e di "National Geographic". Nonostante l'iniziale riluttanza di Robyn per la presenza del fotografo, il rapporto non facile fra due persone molto diverse si trasforma lentamente in un'improbabile e duratura amicizia... Con una ricostruzione cinematografica di accurata fedeltà e di abbacinate fascino figurativo Tracks immerge nella suggestione di un paesaggio e di una cultura ancestrale suggerendo l'idea di un percorso interiore e riuscendo a far vibrare lo spettatore di un'empatia particolare: alla fine il sentimento dominante del film non è l'avventura. È la nostalgia per un'esperienza di viaggio e di vita ineguagliabili.

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 LUX - maggio 2014

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