La cuoca del presidente (Les saveurs du Palais)
Christian Vincent
- Francia 2012 - 1h 35'

  Fra cucina e cinema c'è sempre stata buona armonia. Lo dimostra la fortuna di una lunga lista di titoli, cui buon ultimo si aggiunge La cuoca del presidente di Christian Vincent film precedente in archivio, ispirato alla reale vicenda di Danièle Delpeuch, per un biennio chef personale di François Mitterand. Il film comincia nella gelida cornice di un'isola ai confini dell'Antartide, dove Hortense ha scelto di isolarsi a lavorare dopo l'esperienza all'Eliseo; e in una serie di fluidi flashback riepiloga con delicatezza le tappe di un rapporto, quello fra il presidente e la cuoca del Perigord, basato su un comune gusto del cibo inteso come raffinata forma di cultura; come civile argine ai poco nobili intrighi della vita e della politica. Commedia aggraziata, di cui l'interpretazione di Catherine Frot (Lezioni di felicità) è la vera forza.

Alessandra Levantesi Kezich -  La Stampa

  Sceneggiatore e regista (Etienne Comar di Uomini di Dio, e Christian Vincent) riuniscono suggestioni diverse, tutte forti. Il protagonismo femminile: la vera Danièle Delpeuch e l'attrice che la interpreta Catherine Frot. La poetica della gastronomia nel solco di precedenti come Il pranzo di Babette e Big Night. E la corrente molto frequentata (Il discorso del Re, A Royal Weekend) del Potere e della Storia osservati dal buco della serratura. Ma risulta marginale la storia vera della cuoca del Périgord, sudovest della Francia, che tramite il ministro della cultura Lang fu chiamata per due anni all'Eliseo a curare la cucina personale di Mitterrand (affidato al grande intellettuale Jean d'Ormesson, troppo caricaturale). Conta il profilo di chi a partire dall'attaccamento alla qualità e all'identità ha dato prova di eccezionale modernità e spirito di avventura accettando (e mollando: tutto si concentra sul conflitto tra il suo spirito libero e la corporazione degli addetti stabili alle cucine del palazzo presidenziale) il prestigioso incarico, e poi andandosene a cucinare in una base scientifica antartica.

Paolo D'Agostino - La Repubblica

  Hortense Laborie cucina per gli operai impegnati in una missione in Antartico. Ruvida e riservata, Hortense è una cuoca sopraffina che ha lasciato molti anni prima la sua fattoria nel Périgord per accettare un ruolo prestigioso all'Eliseo, dove si è presa cura della dieta del Presidente. Nonostante le insistenze di collaboratori e amici, Hortense non ama parlare di quegli anni e si rifugia in cucina a preparare un'ultima cena prima di ripartire di nuovo alla ricerca di una terra che possa accogliere lei e la sua coltivazione di tartufi. Per quanto provi a ricacciarli, i ricordi però riemergono e con quelli le gelosie di 'palazzo' patite ad opera di chef invidiosi che non hanno mai riconosciuto il suo talento e la preziosità dei suoi menù. Meschini e preoccupati, le complicarono la vita e le boicottarono la cucina, costringendola alle dimissioni. Ma adesso che è lontana, in quella terra battuta da venti gelidi, Hortense recupera il sapore dolce dell'amicizia che l'ha legata al Presidente della Repubblica francese.
Al cinema piace infilarsi in cucina, trasformando il cibo in protagonista e il racconto in convivialità. Cinema 'da bere' e 'da mangiare' è pure il film umanista di Christian Vincent, che mette in scena il vivere con quell'oscillazione tra il dramma e la commedia che è proprio della vita stessa. Liberamente ispirato alla storia di Danièle Delpeuch, cuoca della regione del Périgord, arruolata nel 1986 all'Eliseo per soddisfare appetito e gusto di François Mitterrand,
La cuoca del Presidente ci introduce nell'alta cucina dimostrandoci che è un sistema chiuso dotato di rituali e regole che vanno rispettate o infrante ma solo dopo essere state ben apprese. Romanzando l'avventurosa vita della Delpeuch, il regista francese realizza il profilo sincero di una donna che vive come cucina, sperimentando nuove esistenze e nuovi sapori senza perdere mai il piacere delle proprie radici. Lontana dalla sua fattoria, in missione in Antartide o in ricerca in Nuova Zelanda, per Hortense Laborie cucinare è l'unica cosa che conta e l'unico modo che conosce per integrarsi. Determinata e democratica, mette il suo talento al servizio di proletari o governanti producendo piatti che hanno la perfezione di un verso poetico e che traducono in forme perfette la tradizione culinaria francese. La cuoca del Presidente pratica la leggerezza e il sorriso, spostandosi indietro nel tempo e illustrando allo spettatore il passato di Hortense e i marosi che l'hanno spiaggiata sull'isola dove adesso vive il presente e da cui riparte per il futuro. Perché la vita per la Du Barry, come la chiamavano gli ostili colleghi della cucina centrale, è come uno dei suoi menù, in cui ogni portata ha valore per sé e valore in relazione alle altre. Per capire un'esistenza bisogna allora legare le parti, equilibrarne i frammenti e poi servirla ai commensali come un dono, una promessa a due passi dalla bocca. Alla maniera della protagonista, Christian Vincent 'cucina' il suo film separando e ricomponendo in forma ordinata la materia prima che compone Hortense. Le portate servite, di cui si sentono addirittura i profumi e di cui ci si sazia con gli occhi, diventano il sottotesto che fa emergere differenze di vedute tra chi produce, vende, tratta, critica, ama i prodotti gastronomici francesi. I dialoghi piacevolissimi tra Hortense e il presidente, pieni di suggestioni filosofiche, storiche e antropologiche, rivelano un universo tutt'altro che elitario ma depositario di una ricchezza umana ingente, senza sospetto di nostalgia.

Marzia Gandolfi - mymovies.it

Dietro al personaggio di Hortense Laborie si nasconde la vera storia di Danièle Delpeuch, cuoca della regione del Perigord chiamata nel 1986 dal presidente francese François Mitterrand per occuparsi delle cucine dell'Eliseo. La vita della Delpeuch fu contraddistinta da rotture e impegni, spesso nati da un colpo di testa: contadina, lasciò il suo lavoro e il marito per dedicarsi alla gastronomia e fu tra le prime persone a organizzare dei week end alla scoperta del foie gras e del tartufo della sua zona, agli inizi degli anni Settanta. Dopo essere stata negli Stati Uniti, dove iniziò anche il suo lavoro di insegnante di cucina, la Delpeuch all'esperienza all'Eliseo fece poi seguire il lavoro in una base scientifica in Antartide e un progetto sulla carta ambizioso e folle: coltivare il tartufo in Nuova Zelanda.

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Hortense Laborie, rinomata cuoca che vive nel Périgord, riceve a sorpresa l'incarico di responsabile della cucina del Presidente all'Eliseo. Giunta a Palazzo, Hortense si attirerà le gelosie degli altri chef, ma riuscirà a imporsi grazie alla sua indole forte, al suo temperamento e alla genuinità della sua cucina, che in poco tempo conquista il Presidente. Nonostante il successo dei suoi piatti, però, Hortense dovrà superare molti ostacoli... Ispirato dalla biografia della vera cuoca di Mitterand, ecco il cuore di una donna che si trova a servire i pasti all'Eliseo e non si fa comandare da nessuno. Gioca da padrona, s'allea col capo che ritrova a tavola il gusto del passato. Il film ha una conduzione felpata, forse un po’ leziosa e prevedibile (molto "francese”) ma lei, Catherine Frot, vale il film.

film del week-end precedente

 LUX - marzo 2013

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