Lezioni di felicità
- Odette Toulemonde
Eric-Emmanuel Schmitt
- Francia/Belgio
2006
- 1h 40'
|
Una commedia
sulla felicità, nel senso franco belga del termine. Il titolo originale,
Odette Toulemonde
è come dire «la casalinga di Voghera». Non avrebbe nessun motivo per
essere felice, vedova con due figli adolescenti e i problemi del caso,
commessa al reparto cosmetici di un grande magazzino e con un secondo
lavoro serale, la cucitrice di piume per i musical delle Folies Bergères
della capitale. Il segreto della sua gioia di vivere si chiama Balthazar
Balsan, scrittore di best sellers che vanno a ruba tra il pubblico
femminile. Dal canto suo Balthazar è sull'orlo del suicidio, distrutto
dalla critica ufficiale, e da un critico in particolare che per di più se
la indende con sua moglie. Odette vuole con tutte le sue forze conoscere
lo scrittore che gli ha dato tanto ottimismo e infatti un giorno se lo
troverà addirittura per casa e sarà lui a dover imparare qualcosa in fatto
di felicità. Dietro tutto questo zucchero c'è lo sberleffo nei confronti
della centralità parigina in fatto di gusto, l'incolmabile distanza tra
capitale e provincia (che tradizionalmente arriva fino a Bruxelles), tra
intellettuali e piccolo borghesi. Esordio di Eric-Emmanuel Schmitt già
celebre drammaturgo e scrittore da cui sono stati tratti anche film di
successo (come
Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano
di Dupeyron) che entra con passo lieve nel racconto cinematografico con un
suo racconto (la raccolta «Lezioni di felicità» è pubblicata da e/o).
Schmitt tenta anche qualche animazione, qualche puntata nel surreale come
fosse un film belga, ma la differenza è forse che a lui, lionese, manca
l'abisso profondo e cupo da cui sollevarsi con la forza
dell'immaginazione. Infatti dice che il suo punto di riferimento è Disney,
il primo film che ricorda di aver visto, le Silly Sinphonies. E infatti fa
danzare rossetti e ombretti, levitare Odette in autobus, fa interagire i
suoi personaggi (interpretati da Catherine Frot e Albert Dupontel) con una
strepitosa colonna sonora guidata da Nicola Piovani a renderla compatta e
poetica: si tratta infatti di esaltare le canzoni di Joséphine Baker che
irrompono nel soggiorno, in cucina o al negozio (Ah! me rendre mon pays,
Haïti, Chiquite madame de la Martinique) con le sue armonie «popolari e
sofisticate» come le ha definite Schmitt, musiche che sarebbero piaciute a
Zavattini e De Sica, se avessero conosciuto Piovani. |
Silvana Silvestri –
Il Manifesto |
Commessa in
un grande magazzino, Odette, la protagonista di
Lezioni di felicità,
non avrebbe molte ragioni per essere felice; ma è una donna semplice e
incline per natura alla gioia. Tutto il contrario per Balthazar Balsan,
scrittore di romanzetti, baciato dal successo però scontento, fino a
cadere in depressione (per colpa di un critico). Non ci vuol molto a
capire che i due opposti s'incontreranno e che l'incrocio delle loro
strade cambierà la vita di entrambi.
Debuttante dietro la macchina da presa, Eric-Emmanuel Schmitt è, in
versione più colta, una specie di Balthazar: un drammaturgo e romanziere
di successo. Adattando uno dei propri racconti, lo scrittore divide il
mondo in due fette opposte: da una parte l'ambiente parigino intellettuale
e mediatico; dall'altra la periferia con la sua gente semplice, la
consolante quotidianità.
Andava bene quando cose del genere
le diceva Jacques Tati irradiandole di sorridente poesia. Qui, invece, lo
schematismo dell'antinomia risulta goffo: la critica alla vanità del
successo e del denaro necessita di argomenti ben più forti, o caustici,
del candore di Odette. Detto questo, il film si può guardare come
una favola dei nostri tempi, non priva di simpatia e dai dialoghi
piuttosto azzeccati. |
Roberto Nepoti – La
Repubblica |
Andrebbe
somministrato con la forza a un sacco di gente. A chi lamenta che i film
degli Oscar erano cupi e senza speranza (e Juno, allora?), ma mai
andrebbe a vedere qualcosa con la parola "Felicità" nel titolo. A chi per
anni ha spernacchiato le canzoni dove cuore rimava con amore, per
ritrovare sul palco di Sanremo due che gorgheggiavano "perdutamente tua" e
"perdutamente mia" (l'avverbio nobilita, l'abbiamo sempre sospettato).
A chi dice "proustiano" per fare
bella figura, a chi pensa che i film divertenti siano anche sciocchi, a
chi chiude la recensione su Repubblica con una faccetta immusonita,
avvertendo che le cose sono più complesse, e Jacques Tati era meglio.
Raramente i film sul vizio solitario della scrittura sono sopportabili:
ancora ricordiamo Colin Farrell - John Fante in canottiera e bretelle
davanti alla macchina da scrivere (Chiedi all polvere). Quanto ai lettori,
sono vecchi topi di biblioteca, o fanatici come
in
Misery non deve morire.
Lezioni di felicità
evita
l'una e l'altra trappola. A Charleroi, Belgio, la protagonista sciampista (categoria dello
spirito: fa la commessa in profumeria, nel tempo libero cuce le piume sui
costumi del Moulin Rouge) legge in autobus il suo romanzaccio preferito.
Ed è tanta la felicità che si libra a mezz'aria, o si mette a cantare in
cucina. Dirige Eric-Emmanuel Schmitt, romanziere e autore teatrale
francese […] Qui La trama è semplice: la lettrice devota incontra il
romanziere dei suoi sogni, - uno che secondo i nemici passa più tempo a
firmare libri che a scriverli - dopo avergli scritto una lettera d'amore.
"Nome proustiano" dice il romanziere a Odette, che non capisce e
ribatte: "Io con quel nome conosco solo barboncini". Quando le
dicono del premio Nobel, vuol sapere le regole per iscriversi al concorso. |
Mariarosa Mancuso - Il
Foglio |
promo |
Odette
Toulemonde è una solare quarantenne che un giorno incontra il
suo scrittore preferito, la cui fantasia le permette ogni giorno di
sognare. In realtà l'uomo, ricco e famoso, risulta triste e insicuro...
Scandito dalla sfiziosa colonna sonora di Nicola Piovani e interpretato da
due ottimi attori, Lezioni di felicità suona come grido di
ribellione alla negatività e rappresenta uno dei rarissimi esempi di come
il cinema possa fungere da ispirazione per la letteratura, e non solo
prenderne spunto. Un toccasana per il cuore e per l'anima, consigliato a
chi ama il cinema francese e la sua inconfondibile levità. |
DONNE SULL'ORLO...
- ottobre 2008-febbraio 2009
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Donne in
bilico... senza rete |