Strada sempre in salita quella della condizione femminile. E strada con uno sbocco spesso imprevedibile, nel bene e nel male. C’è voluto Almodovar, vent’anni fa, per dare bizzarra concretezza ad un manipolo di donne, tanto nevrotiche quanto prive di freni inibitori (Donne sull’orlo di una crisi di nervi - 1988), ma non è bastata la loro farsesca spavalderia ad arrestare la deriva di amarezza e  ribellione a cui non hanno potuto sottrarsi, solo qualche anno dopo, le eroine on the road di Ridley Scott (Thelma & Louise - 1991).
Dall’orlo della nevrosi  tra le strade di Madrid al salto nel vuoto nel Grand Canyon americano il percorso di emancipazione “in rosa” sullo schermo ha saputo tenere alti, da allora a oggi, divertimento e tensione. E se, tra incursioni in culture ed etnie diverse, continua ad essere ampio in questo inizio secolo il ventaglio delle pari opportunità negate,  è anche possibile rintracciare percorsi di sorridente  riflessione nelle complesse dinamiche interpersonali che la vita, attraverso il cinema, ci propone.

D’altronde, che ci sia sempre un punto di rottura oltre il quale il rischio del vivere spinga le eroine dello schermo è una necessità narrativa improrogabile: le donne di Pedro Almodovar (di nuovo lui:
Il fiore del mio segreto), di Anders Nilsson (Racconti da Stoccolma) e di Eric-Emmanuel Schmitt (Lezioni di felicità) si trovano a giocare la loro esistenza “sull’orlo”: di un’identità insoddisfatta, di una prevaricazione su cui incombe il dramma, di una serenità a tutto tondo, tra ingenuità e poesia.

Ezio Leoni

depliant lato A - depliant lato B

2009