Racconti da Stoccolma
(När mörkret faller)
Anders Nilsson
-
Germania/Svezia
2006
- 2h 13'
|
Anders
Nilsson, svedese, classe '63, ha un modo di raccontare coinvolgente, con
una forza polemica strepitosa. Con questi tre racconti diversi per società
e cultura, con queste tre storie di sentimenti accomunati dall' impeto di
una violenza che si nasconde ovunque, l' autore denuncia tutto il malsano
che si cela sotto il bon ton di rispettabilità e tolleranza. Le vecchie
nevrosi di
Bergman
hanno partorito. Ecco tre vite violente: una ragazza che soccombe a regole
familiar-tribali; una donna costretta all' inferno di famiglia; il gestore
di un locale picchiato e che conserva un suo segreto. Tre ordinarie
straordinarie storie di cronaca, quotidiano orrore, a rischio di non
badarci, perdere il baricentro morale. È questo il baratro in cui cadono
le civiltà più protette dal welfare materiale ma non etico. Vinceranno i
mostri già così vicini? Vedete il film, vale la pena, è un modo di
reagire. |
Maurizio Porro - Il Corriere della Sera |
E
se la questione sicurezza, tanto strombazzata in questi tempi, riguardasse
più le violenze all'interno della famiglia che non le minacce dell'"altro"
e del "diverso"? È la tesi su cui poggia
Racconti da
Stoccolma,
vincitore a Berlino del
Premio Amnesty International. Nei due
episodi al femminile del film di Nilsson due donne, la ventenne
mediorioentale Nina e la svedese Carina, sono vittime della violenza
maschile tra le mura domestiche. Giornalista di successo, la seconda è
abusata e picchiata dal marito, suo collega nella professione; quanto
all'altra, basta un sospetto (perdipiù infondato) di disinvoltura sessuale
perché tutta la famiglia (tranne la giovanissima sorella Leyla) si
coalizzi nel condannarla a morte, secondo le leggi ancestrali del paese da
cui proviene. È al maschile, invece, il terzo episodio, in cui un
ristoratore immigrato, Aram, e il suo bodyguard sono bersaglio di una
banda di criminali omofobi. Per evidenziarne le analogie e il comune
contesto, gli episodi vengono narrati in montaggio alternato, con sequenze
di varia durata; per poi convergere, secondo una pratica non inedita, in
un finale nell'unità di luogo (un aeroporto) dettato, dopo tante
ingiustizie, dall'ottimismo della volontà. |
Roberto Nepoti - La
Repubblica |
Società
protetta, gente felice, problemi nessuno. E sicuramente c'è tanto di vero,
soprattutto se paragoni il tutto ai tanti guai di casa nostra. Poi vedi
Racconti da Stoccolma,
di Anders Nilsson, e qualche dubbio affiora. Tre storie che non si
toccano, ma che hanno un denominatore comune: la violenza. Dentro la
famiglia le prime due, nella vita pubblica la terza. E la violenza
attraversa tutti gli strati della popolazione: i ricchi, apparentemente
appagati indigeni, e gli immigrati mediorientali (di fede cristiana, in
questo caso, non musulmana). Violenza contro le donne, violenza contro chi
è sentito come diverso, ma anche violenza gratuita. Una ragazza immigrata
ha (forse) una relazione proibita con un ragazzo: scatta l'allucinante
vendetta del clan. Una giornalista televisiva di successo subisce gli
irrefrenabili scatti d'ira del marito, che arriva a picchiarla
selvaggiamente di fronte ai figli. Lei denuncia il tutto, ma le
crederanno? E poi c'è il balordo che, spalleggiato da due tipastri come
lui, spara a un buttafuori e minaccia di morte il testimone. Trovare la
forza di ribellarsi è l'unica strada da percorrere. Sembra facile... |
Luigi Paini - Il
Sole-24 Ore |
promo |
Nella notte di Stoccolma si incrociano i destini di Leyla, figlia di una
numerosa famiglia mediorientale, cresciuta secondo un rigido codice morale
e religioso, Carina, madre generosa e giornalista di talento, umiliata
dalle parole e dalle percosse di un marito meschino e geloso, e Aram,
giovane proprietario di un locale, innamorato di uno degli uomini della
sicurezza. Con modi e tempi diversi, Leyla, Carina e Aram impareranno a
difendersi e a reagire ai soprusi. Un film-puzzle amaro e incisivo che sa
avvincere, intristire e... consolare. Con un finale d'effetto, coniugando
al meglio la convergenza dei racconti e l'ottimismo della volontà. |
DONNE SULL'ORLO...
- ottobre 2008-febbraio 2009