Il fiore del mio segreto (La
flor de mi secreto)
Pedro Almodóvar
-
GSpagna
1995
- 1h 40' |
A
Madrid, Betty, psicologa, mentre addestra giovani medici ad affrontare le
titubanze dei parenti di soggetti in coma circa eventuali trapianti, viene
raggiunta dall'amica Leo Macias che, struggendosi per l'assenza del marito
Paco, ufficiale NATO in servizio a Bruxelles, è oppressa dagli stivaletti
da lui donati e non riesce a toglierli. In realtà, come confida all'amica
a cena, il suo rapporto è in crisi. Betty, sapendo delle sue capacità
letterarie, le presenta il direttore di "El Paìs", Angel, che si interessa
ai suoi scritti e le chiede un editoriale su Amanda Gris, autrice di
romanzi rosa di successo, che è in realtà lo pseudonimo della donna, cui
l'editrice Alicia rimprovera da qualche tempo un cambio radicale ed
intollerabile di stile. Leo reagisce andandosene irritata e scrive una
corrosiva stroncatura della Gris su "El Paìs". Angel le confida di aver
scritto l'editoriale elogiativo della medesima e di aver letto un copione
cinematografico che plagia uno degli scritti inediti di Leo, che però ha
altro cui pensare: Paco verrà in licenza. Ma il bramato incontro si
trasforma in un litigio: lui finisce per lasciarla bruscarnente,
minacciando il divorzio. Disperata, Leo ingoia sonniferi, ma la voce della
madre Jacinta al telefono fa sì che lei si riscuota e dopo una doccia
scenda barcollando in strada dove la trova Angel che la ospita per la
notte. Tornata a casa, vi trova un'allarmata Betty che le confida di avere
una storia sentimentale con Paco. Ferita e delusa, Leo si rifugia con la
madre ad Almagro. Ripresasi alquanto torna a Madrid dove assiste allo
spettacolo di danza della fida cameriera Blanca, ex stella del flamenco, e
del figlio Antonio il quale, avendo lei rifiutato la compagnia di Angel,
le fa una visita confidandole di aver trafugato ed usato il suo
manoscritto per autofinanziarsi. Respinte le avance del giovane che
vorrebbe sdebitarsi con lei alleviando la sua solitudine, Leo decide
infine di andare da Angel e di brindare con lui.. |
Almodòvar
aveva il carisma provocatorio, il favore della moda, la confidenza col
pubblico aggiornato e "intelligente". Con quest'ultimo titolo perfeziona,
invece, una vera e forte identità d'autore, a rischio di perdere molti
fans della vecchia maniera estroversa, sgangherata e sgargiante:
collegandosi all'insuperabile
Tacchi a spillo,
infatti,
Il fiore del mio segreto
affronta il tuttotondo di una personalità con un'acutezza angosciosa degna
di Fassbinder. Gli spassosi riferimenti a un'ispanità greve, eppure
contagiosa e rivitalizzante, restano: ma come raggrumati alla fine dei
paragrafi, addensati negli intervalli e nelle pieghe di un armonico,
straziante e incisivo leitmotiv. Quello della protagonista Leo, donna
sull'orlo di una crisi da menopausa, che da anni scrive, sotto lo
pseudonimo di Amanda Gris, best-seller rosa e vede spegnersi, a un tempo,
l'amore dell'adorato marito ufficiale e la propria fiammeggiante vena
romanzesca. La crisi coniugale e quella professionale procedono di pari
passo, esponendo la protagonista a una bufera di sensazioni, indecisioni,
furori, slanci e ripiegamenti. Almodòvar lavora, come sempre, ai margini
della storia, rifinendo irridenti personaggi minori, forzando la chiave
delle battute ed esaltando dettagli (apparentemente) superflui: ma
stavolta la straordinaria Marisa Paredes occupa davvero il nerbo
drammaturgico, "divorando" le scene e risucchiando la macchina da presa in
un tourbillon di inauditi corpo-a-corpo esistenziali. Dopo un primo tempo
molto dialogato, lento, estremamente complesso nella sua stratificazione,
il film fiorisce, acquista geometria, s'esalta nel toccante crescendo
della seconda parte. E anche se si è usciti perplessi dalla sala, si
sentirà che i suoi temi continuano a pulsare, a suggerire dubbi, a
ramificarsi, a rimodellarsi in profondità nella memoria. |
Valerio Caprara - Il Mattino |
"Leo ha la forza di un personaggio di Tennessee Williams e si scopre
abbandonata come un personaggio di Cocteau"
|
Pedro Almodóvar |
promo |
Leocadia Marcia
detta Leo che, con lo pseudonimo di Amanda Oris, scrive romanzi
rosa di successo, sprofonda in una duplice crisi: sta per essere
abbandonata dal marito amatissimo e non ne può più di scrivere
romanzetti. Tenta il suicidio, elabora il lutto, riscopre le
proprie radici, raggiungendo la madre nel villaggio natio della
Mancha (patria del regista e di Don Chisciotte). Un Almodóvar più
limpido del solito, come riconciliato, in una commedia spruzzata,
invece che intinta, di grottesco che vive della sua dolorante
eroina e dei suoi rapporti con gli altri personaggi, specialmente
femminili, raccontati con affetto, tenera ironia, leggerezza. |
DONNE SULL'ORLO...
- ottobre 2008-febbraio 2009
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