Billy Elliot
Stephen Daldry - Gran Bretagna 2000 - 1h 50'
[opera prima]

  

     Dopo la fascinazione figurativa di La Tigre e il Dragone e la leggerezza intimista di Il gusto degli altri ecco un altro titolo che riconcilia con il cinema d'essai. Billy Elliot, presentato come il nuovo Full Monty del cinema britannico, candidato a tre premi oscar, non è il capolavoro annunciato, ma è un film delicato, amorevolmente commerciale e incisivamente sincero. L'atmosfera è quella suburbana di un'Inghilterra proletaria: il rigore di Loach è lontano, ma l'ambiente minerario e la profonda umanità dei personaggi rigenerano quell'aura di commossa partecipazione che aveva fatto la fortuna di Grazie signora Thatcher. Qui la storia è ancora più personale perché si concentra sull'avventura di un ragazzo che sente di trovare la propria realizzazione nel balletto classico piuttosto che nel pugilato. Tra l'imbarazzo per una scelta "effeminata" e la crescente consapevolezza di una verve danzante indomabile, Billy Elliot tocca corde di universale, empatica identificazione. La valenza liberatoria di movimento & musica viene espressa con un tocco cinematografico suadente e amabile, anche se talvolta ingenuo e retorico. Stephen Daldry film successivo in archivio eccede certo in un amalgama di immagini e suoni più "descrittivo" che compiutamente diegetico (la prima parte è più che mai efficace in taglio di inquadrature, ritmo di montaggio, abbozzo di psicologie, poi…), ma il fine narrativo in fondo è raggiunto, quei poliziotti che presiedono ad ogni sequenza ben rendono l'atmosfera di un'esistenza "costretta" da cui solo il librarsi artistico può dare evasione e, tra un tutù negato e l'irrompere magico di un brano soft-rock, la palpitante emozione di Billy si fa nostra.

ezio leoni - La Difesa Del Popolo  18 marzo 2001

cinema invisibile cinema TORRESINO maggio-giugno 2001
guantoni o tutù?

per tamburini... L'avventura di un ragazzo che sente di trovare la propria realizzazione nel balletto classico piuttosto che nel pugilato. Tra l'imbarazzo per una scelta "effeminata" e la crescente consapevolezza di una verve danzante indomabile, un film che tocca corde di universale, empatica identificazione.