Broken Lines
– Sallie Aprahamian (Gran Bretagna)
Jake e B, due esistenze apparentemente stabilizzate. Ma la morte del
padre crea un senso disorientamento in Jake, già prossimo al
matrimonio mentre B sembra non reggere la sua relazione con Chester,
ex pugile ora semiparalizzato. Il loro casuale incontro sarà la
scintilla per riconfigurare le esistenze di entrambi.
Asciutta ed appassionata al contempo, tratteggiata come un puzzle
di psicologie che riescono alfine a combaciare, ecco una convincente
opera prima di evidente taglio britannico. Trama sinuosa e intrigante,
interpretazioni di forte impatto, Londra che fa da protagonista
aggiunto…
Machan
– Umberto Pasolini (Italia/Sri Lanka)
Nello Sri Lanka la vita è grama e non è facile trovare un visto per la
Germania. Manoj e Stanley leggono dell’invito per un torneo di
pallamano in Baviera e si inventano la squadra nazionale di pallamano
dello Sri Lanka. Sarà l’occasione per espatriare e anche per
riflettere sulle proprie aspettative e sui propri ideali.
Lo spirito e le esperienze del regista vengono da Full Monty: una
commedia sorridente e uno spaccato sociale in bilico tra l’amarezza e
il sorriso.
Muukalainen
(The Visitor) – Jukka-Pekka Valkeapää (Finlandia)
Una regione remota e selvaggia. Nella fattoria madre e figlio e…
qualche gallina. Ma c’è nella foresta un pozzo dove il ragazzo si
immerge per recuperare qualcosa di misterioso che poi recapita
segretamente al padre, rinchiuso in carcere. La loro vita viene
scombussolata L’arrivo di un uomo ferito, a cui i due prestano aiuto,
darà una svolta drammatica alla loro esistenza.
Un mondo estraneo, una realtà sospesa, un ritmo di vita avvinto
dalla natura in cui i personaggi giocano il ruolo di metodiche pedine.
Ma lo sguardo ipnotico del film è spezzato da improvvisi squarci di
dolore e violenza. Non chiedete spiegazioni razionali all’evolversi
del racconto, l’atmosfera conta più degli avvenimenti: esistenze ed
emozioni restano in un affascinate, immobile equilibrio.
Nowhere Man
– Patrice Toye (Belgio)
Un uomo insoddisfatto e insicuro decide di fingersi morto e
scomparire. Ma dopo cinque anni torna e riprende i contatti con la
moglie. La “vedova” si è risposata, ma l’incontro fa esplodere una
nuova, ambigua passione…
Un taglio di fredda psicologia e una soffusa critica ad benessere
standardizzato. Una claustrofobia esistenziale che rende estenuante il
vivere: e anche la visione dello spettatore.
Pescuit sportiv
– Adrian Sitaru (Romania)
Mihai e Lubi, innamorati “irregolari”, partono in auto per una
giornata fuori città. Un incidente lungo strada li porta ad un
incontro con Ana, una giovane, logorroica prostituta. Il picnic sarà
occasione per laceranti confronti e per una definitiva
chiarificazione.
Macchina a mano, inquadrature in soggettiva a seguire lo sguardo di
ogni protagonista: uno stile che dapprima spiazza lo spettatore, ma
che alla distanza dà senso all’evolversi dei rapporti interpersonali.
Un reportage di coppia inesorabile e accorato.
Stella
– Sylvie Verheyde (Francia)
Il primo anno in una scuola media d’elite di una ragazzina di modesta
estrazione sociale (i genitori gestiscono un bar) mette sullo schermo
tutte le difficoltà e le incertezze della protagonista. Dal brusco
impatto iniziale con l’ambiente e dall’intimo rifiuto scolastico,
Stella arriverà ad apprezzare l’occasione che la vita le offre e a
capire meglio se stessa.
Sincero, capace di fotografare con commossa lucidità uno spaccato
della Parigi fine anni settanta, il film trova forza nell’intensa
recitazione della piccola Barbara Léora e nella partecipata regia di
Sylvie Verheyde: primi piani, macchina da presa sempre addosso ai
protagonisti, un percorso di iniziazione adolescenziale di
autobiografica vitalità
cinema
invisibile
TORRESINO
febbraio-marzo 2010
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Čuvari noči
(Nightguards) – Namik Kabil (Bosnia)
Guardiani notturni nella notte di Sarajevo. Mahir e l’amico Brizla
sorvegliano rispettivamente un salone di mobili e un grande negozio di
sanitari, ma controllano anche se stessi: il proprio peso sempre
debordante, le angosce personali e familiari, un tasso alcolico a
rischio…
Il silenzio della notte (rotto solo da un allarme inavvertitamente
attivato), il lento ripetersi delle azioni quotidiane: nell’inconscio
il ricordo di una guerra troppo lacerante per essere dimenticata, per
le strade buie della città le tensioni di un lavoro che solo
l’amicizia può stemperare. Con coerenza stilistica la noia travalica
lo schermo.
Lønsj
(Cold Lunch) – Eva Sørhaug (Norvegia)
In una Oslo apparentemente accogliente si intrecciano le esistenze di
Christer (allo sbando dopo che ha perso il lavoro e appartamento),
Leni (anch’essa senza casa dopo l’improvvisa morte del padre), Heidi
(una casa e un figlio difficili da gestire, un marito violento e
inaffidabile). Il caso gioca inesorabilmente con loro.
Un puzzle di varie umanità velato di amarezza. Non tutto è definito
nello svolgersi degli eventi, ma un pessimismo di fondo pervade quest’opera
“morale”. Se il destino è in agguato, il cinismo sembra essere la
chiave di lettura dei rapporti interpersonali.
Pinuccio Lovero
Sogno
di una morte di mezza estate
Pippo Mezzapesa (Italia)
Pinuccio Lovero, una vita dedicata all’ambiente cimiteriale. Oltre
vent’anni come artigiani di lapidi e infine, a coronamento di un
sogno, l’incarico come custode del cimitero di Mariotto, frazione di
Bitonto. Una soddisfazione che sarebbe completa se, durante il suo
mandato, almeno qualcuno avesse bisogno di un funerale…
Una storia vera di disarmante attualità. Una docu-fiction in cui
Pinuccio non può che raccontarsi a cuore aperto, amato
scaramanticamente dagli anziani del paese (oltre sei mesi senza un
decesso dalla sua assunzione), amareggiato di non aver altro da fare
che occuparsi dei fiori del cimitero, di dover attendere invano, con
la sua divisa”da cerimonia, al cancello d’ingresso… Sessanta minuti di
calibrata “presa diretta”, un personaggio di straordinaria umanità,
capace di essere se stesso e di “bucare lo schermo”.
Pranzo di
ferragosto
– Gianni Di Gregorio (Italia) - 1h 15'
Gianni vive beatamente nel centro di Roma. Anche se ormai è un uomo di
mezza età non gli fa problema la coabitazione con la vecchia mamma,
petulante nobildonna decaduta, né si preoccupa di una situazione
finanziaria familiare tutt’altro che tranquilla. Non può comunque non
cogliere al volo la proposta dell’amministratore che gli abbuona
qualche pendenza in cambio di una breve “custodia” dell’anziana madre.
Per una serie di coincidenze gli arrivano “in affido” altre due
vecchiette e Gianni si trova a doversi occupare di tutte, anche per il
pranzo di ferragosto…
Il succo del racconto è davvero striminzito, ma ciò che ha fatto
scoccare la molla del gradimento del pubblico è la spontaneità con cui
Gianni Di Gregorio,
regista-attore esordiente,”ospita” lo spettatore, insieme alle le
bravissime anziani interpreti, nella sua casa, nel suo quartiere. La
vita di tutti i giorni diventa materiale cinematografico, ogni
personaggio si caratterizza con simpatia, il sorriso stempera ogni
tensione.
$e11.Ou7!
– Sell Out – Yeo Joonhan (Malesia)
Il mondo è quello della produzione televisiva, in cui l’ambizione dei
singoli e la qualità delle trasmissioni portano a logiche perverse.
Cosa di meglio di un programma che segua in diretta le ultime ore di
un qualche anziano in punto di morte? E anche se non è anziano e
progetta magari un omicidio o un suicidio? La legge del profitto è
seconda solo al cinismo dei giovani conduttori e all’idiozia dei
superiori.
All’interno della narrazione si inseriscono due variabili
impazzite. Quella di un giovane inventore (una macchina da cucina
domestica che sforna prodotti dalla soia) frustrato fino ad arrivare
ad uno sdoppiamento di personalità. Quella di un taglio di divertita
follia splendidamente giocato in stile musical: canzoni orecchiabili,
testi caustici.
Money è già un piccolo cult!
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