Sister
(L'enfant d'en haut)
Ursula Meier -
Svizzera/Francia
2011
- 1h 37' |
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Premio speciale Orso d'Argento |
Ora
con
Sister
si conferma autrice
tra le più interessanti, con tanto di «medaglia»: Orso d'argento
all'ultimo festival di Berlino. Come nel film precedente, folgorante
ritratto di nevrosi familiare con autostrada, Ursula Meier prosegue
l'indagine sui rapporti di famiglia e i legami affettivi. Ma questa volta
abbandonando la chiave tragicomica per votarsi decisamente al dramma.
[...] Si sente forte, quasi schiacciante, il riferimento al realismo dei
fratelli Dardenne
. A cui il film s'ispira non solo per la presenza di
Denis Freyd, produttore dei film dei cineasti belgi. Il denaro per Simon è
un'ossessione. Col denaro spera di comprarsi tutto. Anche l'affetto di
Louise a cui lo presta, lo regala. Mentre lei, invece, è distante. Lo
allontana, cerca di escluderlo dalla sua vita. Simon le offre denaro anche
per poterle strappare un abbraccio, per tenerla vicina a lui. Suscitando,
al contrario, reazioni sempre più dure. Fino a che, con affondo nelle
corde più taglienti della crudeltà, verrà svelato il segreto
inconfessabile che lega, o peggio, allontana i due. Non immaginatevi
morbosità di alcun genere.
Sister
non va alla ricerca di emozioni forti di facile consumo. Ma piuttosto,
senza scivolare nel melodramma, prova ad indagare nei territori più
dolorosi dell'affettività.
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Gabriella Gallozzi -
L'Unità |
Inquietudini
nella Svizzera dei precari. Già, avete capito bene: lontano da banche,
orologi e coltelli a protezione di paradisi fiscali, esistono gli elvetici
poveri, emarginati, quasi senzatetto. [...] Un neo-neorealismo made in
Swiss dei Dardenne o del primo
Ken Loach? Forse un'eco di
Sweet Sixteen si ode, ma l'intento della cineasta franco-svizzera è di spiazzarci,
abbandonando il cinema sociale per levitare in una seducente fiaba dalle
sfumature dickensiane, ove il bimbo s'improvvisa ladruncolo dei ricchi
turisti sciatori per farsi amare dalla sorella, sfuggente e misteriosa.
Premiato in argento all'ultima Berlinale, il tocco della Meier si conferma
originale, così come la sua mano sugli attori efficace: sia dell'astro
nascente transalpino Léa Seydoux che dell'oggi 14enne Kacey Mottet Klein
sentiremo parlare.
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Anna Maria Pasetti -
Il Fatto Quotidiano |
Quando il film sembra riproporre solo immagini di normale miseria
quotidiana, un colpo di scena geniale quanto inaspettato ribalta ogni
prospettiva, aprendo allo spettatore nuove domande e curiosità. Che una
regia controllata e minimale si incarica di 'svelare' con un pudore pari
solo alla sua maestria. |
Paolo Mereghetti -
Il Corriere della Sera |
promo |
Il dodicenne Simon vive nella vallata industriale ai piedi di un
altipiano sciistico di lusso. Condivide l'appartamento popolare
con la sorella maggiore, Louise, che non ha un lavoro. è lui a
procurare il cibo e i soldi che servono per vivere ad entrambi
vendendo ai suoi coetanei sci, guanti e occhiali di valore, che
ruba nel corso delle sue trasferte quotidiane in alta montagna.
Il film procede testardo, come la convinzione di Simon di poter
vivere con i proventi dei furti stagionali fino a che un colpo di
scena non riscrive improvvisamente la situazione, rendendo la
lotta quotidiana del bambino più toccante...
La regia sa esprimere la dimensione paradossale del rapporto tra
un ambiente e coloro che lo abitano e muovendosi sul
terreno delle disuguaglianze sociali tra dolori, silenzi e tante
speranze.
Una seducente fiaba dalle sfumature dickensiane. |
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LUX
- giugno 2012 |
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