Il ragazzo con la bicicletta
(Le gamin au vélo)
Jean-Pierre e Luc Dardenne
- Belgio/Francia/Italia
2011
- 1h 27' |
Il
cinema dei fratelli
Dardenne coinvolge sempre. E convince non solo il
pubblico, ma anche le giurie dei festival tant'è vero che con ben due
film, Rosetta
nel 1999 e L'Enfant
nel 2005, hanno vinto a Cannes la Palma d'oro. Film di solito amari,
attraversati da un pessimismo di fondo che si affida sempre comunque a un
saldo respiro cinematografico anche quando il sospeso é l'alluso, pur
costeggiando sempre il realismo, tendono ad avere sopravventi precisi.
L'amarezza, se si vuole, è presente anche nel film di oggi, - ma a
differenza del solito vi si accompagna mia serenità che suggerisce
addirittura occasioni di speranza. [...] Una cronaca che, pur con i suoi
costanti accenti realistici, tende a proporsi quasi come una fiaba. Alla
maniera dei Dardenne, comunque, senza il minimo sospetto di sentimenti
facili o, peggio, di concessioni alla retorica. Tutto è asciutto, lineare,
precisato con finezza grazie a una costruzione narrativa in cui i
personaggi sono rappresentati quasi sempre dal di fuori e studiati,
anziché secondo i consueti schemi psicologici, soprattutto grazie alla
loro stessa presenza, chiarita solo nel momento in cui li si mostra. |
Gian Luigi Rondi - Il Tempo |
Le Gamin
si misura con la realtà. In maniera quasi ossessiva verrebbe da
aggiungere. La storia del dodicenne Cyril, senza madre e abbandonato dal
padre, che trova in una parrucchiera (Cécile de France, straordinaria) chi
è deciso a dargli l'affetto che cerca, ricorda le loro opere precedenti su
giovani disadattati e solitari. Ma a dare nuova energia al film qui c'è
uno sforzo di essenzialità e di intensità che va direttamente al cuore
della loro scommessa di registi: raccontare la realtà attraverso la
finzione. Balza all'occhio da certi particolari (i «dispetti» di Cyril, i
suoi scatti d'ira), da certe scene « secondarie» (l'energia che il ragazzo
mette nel pedalare per la città) così che l'essenzialità della trama
diventa una nuova qualità, capace di andare davvero all'essenza delle cose
e di regalarci una inaspettata e inedita complessata narrativa, quella che
trasforma il dramma di un adolescente in una specie di favola moderna, con
il bosco dove perdersi (se non l'orientamento, almeno la morale), l'«uomo
cattivo» che insegna a rubare e naturalmente la « fata buona» che come
ricompensa offre il proprio amore. |
Paolo Mereghetti - Il Corriere della sera |
Tutta
la disperazione del mondo in un ragazzino con i capelli biondi e la
maglietta rossa. Tutta la pena, l'ostinazione, l'energia dei suoi 12 anni
in un film che segue senza un attimo di tregua i suoi sforzi per negare
una verità inaccettabile: il padre lo rifiuta. E intanto dettaglia anche
le conseguenze che questo può avere sul suo futuro di bambino abbandonato
[...] Un film di inseguimenti con gli affetti al posto della solita trama
da thriller. Perché i bambini non lottano per chissà quali segreti o per
salvare il mondo, ma per la vita stessa. Con un'innocenza, un abbandono,
una sete di assoluto, che è anche una sfida alla nostra rassegnazione di
adulti, inclini alla ragionevolezza e al compromesso. Fino a quando un
film dei Dardenne non viene a ricordarci di cosa saremmo capaci. Se solo
osassimo volerlo. |
Fabio Ferzetti - Il Messagero |
promo |
Il 12enne Cyril
è ossessionato dall'idea di ritrovare suo padre, che lo ha
temporaneamente lasciato in un collegio. L'incontro con Samantha,
una parrucchiera che lo accoglie in casa nei fine settimana,
potrebbe far ritrovare al ragazzo un poco di quella serenità e
calore utili a calmare la sua rabbia...
L'amarezza dei Dardenne, se si vuole, è presente anche nel film di
oggi, - ma a differenza del solito vi si accompagna una serenità
che suggerisce addirittura occasioni di speranza. Una favola a
lieto fine, un cinema in cui la concretezza del reale affascina e
commuove. |
cinélite
TORRESINO
all'aperto:
giugno-agosto
2011
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