Nel centro del mirino (In the Line of Fire)
Wolfgang Petersen - USA 1993 - 2h 3'


    Clint, fortissimamente Clint. Chi ha seguito la carriera di Eastwood-attore fin dagli esordi western con Sergio Leone, non sa cosa ha perso non avendo potuto abbinare all'incisività del personaggio il suo peculiare tono di voce, profondo e tagliente come una lama di rasoio. Nel caso di In the Line of Fire Clint Eastwood film successivo in archivio ha preferito rifiutare la regia (nonostante i successi di Bird e Gli spietati) per potersi meglio dedicare alla caratterizzazione del protagonista, un agente della scorta presidenziale impegnato a sventare l'annunciata minaccia di un diabolico attentatore. E ne valeva la pena. Tra le cose pi riuscite del film, al di l della perfetta spettacolarità, c' proprio la tensione d duello verbale con il cinico John Malkowich, un'altra "voce" tutta da riscoprire nella versione originale.

e.l. pieghevole LUX Bitte do you like le cinéma con i sottotitoli? novembre/dicembre 1993

    Stritolato nella morsa della spettacolarità vertiginosa del Fuggitivo e di Jurassic Park, Nel centro del mirino è in realtà uno splendido film-cerniera tra le potenzialità tecnospettacolari del grande impianto commerciale hollywoodiano e l'introspezione socio-politica sul malessere di una nazione, segnata dal rimorso e dalla disillusione. Clint Eastwood-Frank Horrigan, agente dei servizi segreti, ne è l'uomo simbolo: solitario e deciso nel suo mestiere di poliziotto, malinconico single nella vita privata, allietata dai dischi di jazz e tormentata da un matrimonio sacrificato per la carriera e, soprattutto, dal senso di colpa legato a quel tragico 22 novembre del '63, quando il "suo" John Fitzgerald Kennedy veniva ucciso a Dallas . Sì, perché allora Frank Horrigan faceva parte della scorta, era l'agente fidato del presidente. "Perché quando sentisti il primo colpo non intervenisti subito? Perché non ti gettasti a coprirlo col tuo corpo? Forse in quel momento non avesti il coraggio di scambiare la tua vita con la sua?" Le domande incalzanti che Horrigan, ormai alle soglie della pensione, ha da allora nel suo cuore, gli vengono brutalmente sibilate al telefono da Booth, un killer psicopatico che 30 anni dopo lo riporta "in prima linea" sfidandolo ad un duello mortale in cui la posta in gioco è la vita del nuovo presidente.
Ciò che cattura in
Nel centro del mirino, affidato alla direzione di Wolfgang Petersen (Eastwood gli ha passato la mano della regia per dedicarsi al meglio all'interpretazione del suo personaggio) è il calibratissimo intarsio di tensione psicologica e ritmo d'azione, la precisione degli effetti elettronici che manipolando le immagini riescono a darci l'illusione di un Clint Eastwood giovane mescolato alle guardie della scorta di JFK, gli exploit violenti della trama omicida di Booth-John Malkowich, l'incalzante, continuo confronto telefonico tra i due antagonisti ("Non c'è più nessuna causa per cui valga la pena di lottare. E' rimasto solo il gioco: tu stai in difesa, io in attacco"), la soffusa vena romantica di un Eastwood ormai canuto che seduce la giovane poliziotta Lilly (Rene Russo) suonandole al pianoforte As Time Goes By, lo scioccante incontro del poliziotto con il suo avversario in una drammatica situazione di vita per vita sul bordo di un cornicione. E, su tutto, la mestizia dell'agente di fronte al triste sgretolarsi degli ideali: quando sull'aereo presidenziale Lilly gli fa notare che, tra fiatone ed influenza, lui non è più lo stesso di un tempo, Frank-Clint risfodera il tono tagliente della sua antica grinta per risponderle che anche il presente e l'America non sono più gli stessi di una volta.
La forza del vero buon cinema USA sta in questa capacità di gettare germi di vitalità ideologica e di riflessione sociale anche in un perfetto meccanismo d'azione, di saper venare di malinconia e romanticismo un poliziesco d'effetto senza cadere nel ridicolo, di aver sempre coscienza che anche in un thriller anni '90 l'intensità di una psicologia ben costruita può colpire quanto l'impatto delle immagini; proprio, per dirla con Frank Horrigan, come "uno sguardo intenso può essere più pericoloso di una pistola".

ezio leoni - schede LUX - VOS novembre 1993