Eldorado Road (Eldorado)
Bouli Lanners - Francia/Belgio 2008 - 1h 25'

Europa Cinema - Miglior Film
Quinzaine Des Realisateurs (CANNES) - Premio Fipresci
Premio PESARO NUOVO CINEMA.

    È stato una sorpresa alla Quinzaine dell'ultimo Festival di Cannes questo film on the road, opera seconda di un attore assai popolare in Belgio. Lo stile è minimalista e a parlare sono soprattutto i paesaggi, le musiche e un'umanità bizzarra e alla deriva, a cui spesso basta solo uno sguardo per comunicare. Un film che a volte sembra fatto di niente, ma che da subito conquista, grazie a una regia che si muove con la massima naturalezza dimostrando finezza di tocco e originalità di sguardo.
Raramente si è assistito al cinema a un incontro così vero e sincero come quello che
Eldorado Road propone tra il quarantenne Yvan, venditore d'auto d'epoca americane, e il ventinovenne Elie, tossicomane e ladruncolo improvvisato e perciò maldestro e indifeso. Il ragazzo è così inoffensivo e spaurito che quando Yvan lo sorprende a rubare in casa sua, mette da parte quasi subito il rancore ed evita di chiamare la polizia. Anzi ben presto si fa strada in lui un sentimento di affetto e un desiderio di protezione nei confronti del giovane. L'uomo, prima accetta di dargli dei soldi e poi decide di accompagnarlo a bordo di una Chevrolet del '79 dai suoi genitori, che abitano al confine tra il Belgio e la Francia. Il viaggio li porterà a conoscersi, scoprendo che in fondo loro due, così soli e silenziosi, hanno più di un aspetto in comune.
Un road movie davvero sorprendente questo
Eldorado Road, a partire dall'ambientazione in un Belgio che non è triste e grigio, come si è abituati a considerarlo, bensì con scenari un po' western e in ogni caso più da film americano che europeo. Bouli Lanners ha solo un altro film da regista alle spalle, ma la personalità che viene fuori in quest'opera è già quella di un cineasta maturo. Convince l'approccio delicato e un po' stralunato al mondo di due perdenti che si sostengono a vicenda. E ci sono anche echi di Kaurismäki
film precedente in archivio in un film che non rifugge da un realismo di fondo, il quale si tinge via via di malinconia, di grottesco e di ironia quieta ma pur sempre inattesa. Da sottolineare è poi la maniera pressoché perfetta in cui la musica (perlopiù dolente e intimista) accompagna le immagini di un film così poco parlato. I due protagonisti di questa pellicola on the road quanto mai amara e inusuale non raggiungeranno il metaforico Eldorado del titolo, ma il finale, pur triste, è bellissimo, quasi sussurrato.

Michele Ossani - Il Sole 24 ore

             Il Belgio non è solo fratelli Dardenne. film precedente in archivio Qualcuno – parlando di cinema, non stiamo gareggiando con i pregiudizi che il killer irlandese Colin Farrell sfodera nel film In Bruges – La coscienza dell'assassino – sa far tesoro di perfetti tempi comici. Applicati, in Eldorado, alla più consunta delle situazioni: balordo incontra balordo, e insieme si mettono in viaggio a bordo di una Chevrolet del 1979, nel piattissimo paese cantato da Jacques Brel, inquadrato in cinemascope come una prateria western. Ma non si dà luogo comune che un regista bravo non sappia far tornare come nuovo. Assieme a Edouard Baer (maestro di cerimonie della serata inaugurale, dove abbiamo ritrovato in splendida forma Claude Lanzman, assente alla Fiera del Libro di Torino per gravi motivi di salute), il regista, sceneggiatore e attore era in una commedia tarantinesca ma gentile vista l'anno scorso a Locarno, J'ai toujours rêvé d'être un gangster di Samuel Benchetrit. Identico lo spunto: una rapina che va male. L'eroinomane Elie cerca di scassinare l'appartamento di Yvan (molto somigliante a un puffo, per restare tra le glorie nazionali della nazione belga). Si infila sotto il letto, patteggia, chiede soldi, poi un passaggio, poi compagnia per incontrare i genitori che non vede da tempo. Budget ridicolo, idee per tre film, neanche un passo falso.

Mariarosa Mancuso - Il Foglio






promo

Yvan (quarantenne, venditore d'auto d'epoca americane) scopre in casa un ladro, Elie ventinovenne maldestro e indifeso. Attende per tutta la notte che quello esca da sotto il letto, quindi, anziché chiamare la polizia, colto da un impeto d'affetto e da un desiderio di protezione, si offre di accompagnarlo dai suoi genitori, che abitano al confine tra il Belgio e la Francia. Il viaggio (a bordo di una Chevrolet del '79) li porterà a conoscersi, scoprendo che in fondo loro due, così soli e silenziosi, hanno più di un aspetto in comune... Un approccio delicato e un po' stralunato al mondo di due perdenti che si sostengono a vicenda: anche echi di Kaurismäki in un film che non rifugge da un realismo di fondo e che si tinge via via di malinconia, di grottesco e di un'ironia quieta e sorprendente.

TORRESINO - ottobre 2008

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