Carlos
Olivier Assayas - Francia 2010 5h 30'
- serie tv in 3 puntate -
versione originale sottotitolata

GOLDEN GLOBE 2011 COME MIGLIOR MINISERIE/FILM TV

Il suo vero nome era Ilich Ramírez Sánchez, ma per tutti era meglio noto come Carlos: il terrorista venezuelano che per venti anni è stato uno dei principali obiettivi delle polizie di tutto il mondo. Collegato ai servizi segreti arabi e a quelli dei paesi dell'est, il rivoluzionario è stato a capo di un'organizzazione pronta a commettere ogni genere di attacco, anche il più efferato. Tuttavia, il declino è sempre in agguato e Carlos, rifugiatosi in Sudan, solo e in esilio, viene messo alle strette dalla polizia francese che è sulle sue tracce...

 Carlos è il nome in codice di Ilich Ramírez Sánchez, terrorista mercenario filopalestinese di origini venezuelane (ma attivo più che altro in Europa), autore di alcune tra le più violente stragi degli anni '70 e al centro di una gigantesca caccia all'uomo della polizia. Carlos è bello, prestante e furbo. Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina lo prende con sé e lui fa carriera velocemente grazie al carattere, almeno fino al clamoroso assalto al quartier generale dell'OPEC nel 1975, quando riuscì a sequestrare sessanta ostaggi e scappare con loro in un DC-9 fornito dalla polizia. Quell'operazione però è anche l'inizio della fine dei rapporti con il FPLP e l'inizio della peregrinazione che nel giro di vent'anni lo porterà in carcere.
Ultimo innesto di una fortunata serie di film europei, per il cinema e per la tv, che affrontano con epica, gusto e forte senso dell'intrattenimento gli anni di piombo (non in senso temporale stretto ma in senso lato), leggendo le vite e le opere dei più noti villain della cronaca, Carlos non si distacca per stile, toni e approccio dai suoi predecessori. Come già fece Marco Tullio Giordana trattando le Brigate Rosse in
La meglio gioventù o anche Marco Bellocchio in Buongiorno, Notte o ancora come si è visto nel meno riuscito La Prima Linea, i criminali riconosciuti e condannati sono raccontati con i tempi e le modalità del cinema d'azione (sempre all'europea, s'intenda) ma cercando in ogni momento di far sì che l'epica che si accompagna al genere non scada nell'apologia. (…) Il Carlos di film precedente in archivio Assayas film successivo in archivio è bello e desiderabile e il regista non esista a dilungarsi molto nelle scene che mostrano il corpo nudo di Edgar Ramirez, nel suo fare avanti e indietro tra forma smagliante e pesante ingrassamento. Carlos è un guerriero e come tale ha un corpo che è in sé un'arma (...). Sebbene il film sia nettamente più dinamico nella prima che nella seconda parte, l'opera nel suo complesso disegna un affresco molto attento alla ricostruzione storica. Un cartello prima dell'inizio spiega per bene cosa è vero e cosa no, cosa è immaginato e inventato e cosa è invece stato riconosciuto legalmente come colpa del criminale. Non c'é nostalgia, adesione o repellenza per l'ideologia alla base delle azioni del protagonista. La politica, per quanto molto presente, non è elemento del discorso filmico (come accadeva invece ne La banda Baader Meinhof).

Gabriele Niola - mymovies.it

 cinema invisibile LUX settembre-dicembre 2013